TORINO - Al centro dell’attacco. Di più: al centro della Juventus. L’esordio del nuovo corso, una settimana fa contro il Como, non l’ha visto far capolino tra i marcatori, ma Dusan Vlahovic ha subito dimostrato di saper calamitare su di sé la mole di gioco masticata dalla creatura di Thiago Motta, pur ancora in fase di rodaggio. Un dato su tutti a riprova dell’asserzione, astraendo la prestazione del serbo dall’episodicità propria del gioco del pallone: se il resto della squadra lunedì scorso aveva calciato otto volte verso la porta difesa da Pepe Reina, DV9 da solo ci ha provato in cinque occasioni. Con poca fortuna, semmai.
Vlahovic e le statistiche di agosto
Nel clima d’entusiasmo che ha fatto da contorno alla prima stagionale dell’Allianz Stadium, in fondo, è mancata solo la più classica delle ciliegine a guarnizione del solido 3-0 recapitato al gruppo di Cesc Fabregas. Ovvero il gol del bomber, prezioso propellente per ogni attaccante che si rispetti e, ancor di più, per una punta abituata a fare i conti con i fantasmi del nervosismo quando la rete non si gonfia. Sette giorni fa, a dire il vero, Vlahovic l’aveva anche gonfiata, salvo vedersi annullare la rete del molto momentaneo 3-0 a causa di un fuorigioco cervellotico almeno quanto oggettivo secondo gli utensili della sala Var. Per non parlare dei legni: uno di piede, con beffarda deviazione di Barba, e uno di testa, a porta ormai sguarnita.
Episodi, appunto, che in realtà confermano quanto DV9 si sia rivelato subito centrale nella Juventus targata Thiago Motta. Al resto, proiettandosi alla sfida di questa sera contro il Verona, potrebbero pensarci le statistiche: agosto è il mese in cui il 24enne di Belgrado sa essere più prolifico in Serie A, con 7 reti in 10 gare prima della notte in bianco della scorsa settimana.