La Juve frena, ma non si ferma: cosa è successo contro la Roma

La delusione è proporzionale all’entusiasmo evocato dalle prime due partite: cosa filtra alla luce di una analisi emotivamente asettica

La Juventus frena, ma non si ferma. La delusione monta proporzionale all’entusiasmo evocato dalle prime due partite, ma un’analisi emotivamente asettica della gara conferma i progressi concettuali della squadra di Thiago Motta, alle prese con un processo di crescita che non poteva essersi concluso in così poco tempo e che ieri sera è stato zavorrato dalla troppa imprecisione. Il che non è né bello, né giustificabile per i bianconeri, ma è probabilmente episodico, mentre ormai sistematico è un atteggiamento che spinge la Juventus ad attaccare con convinzione, a pressare alta, a provarci in continuazione. Certo, sbagliare così tanto è costata la vittoria che pareva alla portata della Juventus, contro una Roma ordinata, solida e volenterosa, ma dotata di inferiore qualità rispetto ai bianconeri, soprattutto nel secondo tempo, quando Motta ha messo in campo tutti i nuovi e costosi acquisti.

Juve-Roma, errori tecnici e ritmi lenti

Ok, il caldo ha indotto ritmi molto fiacchi, ma anche i 30 gradi di caucciù dello Stadium non possono giustificare la massa critica di errori tecnici che sono diventati quasi sistematici non appena la Juventus ha accelerato, anche solo leggermente, i tempi di gioco. La stessa cosa, peraltro, è capitato alla Roma e, infatti, ne è uscita una partita orrenda. E anche questo amareggia il popolo bianconero che veniva da due gare frizzanti e dissetanti come certe birrette estive. Ma, ancora una volta, non bisogna confondere la noiosa frustrazione delle aspettative disattese con l’analisi lucida della realtà. La Juventus sapeva (e lo sapeva anche il suo popolo) che è e resta complesso costruire una nuova squadra, con una nuova mentalità tattica, con così tanti nuovi giocatori. Due vittorie e un pareggio, rimanendo nel gruppetto in testa alla classifica non può essere considerato deludente.

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La nuova Juve, gli acquisti e tanto lavoro da fare. Vlahovic...

Ora la Juventus dovrà continuare a lavorare, soprattutto per inserire i nuovi e sfruttare tutti i nuovi acquisti che Motta ha provato a buttare dentro nella ripresa, senza riuscire a ottenere che qualche fiammata estemporanea. Francisco Conceiçao ha portato abitudini desuete per il calcio italiano: quando riceve palla, siccome è un esterno, punta l’uomo e, ogni tanto, lo salta pure. Teun Koopmeiners accorcia i tempi di qualsiasi giocata. Douglas Luiz sembra ancora mancare del senso dell’orientamento all’interno della squadra, anche se ha riempito gli occhi con un notevole dribbling al limite dell’area. Inseriti nel modo giusto saranno, insieme a Nico Gonzalez, armi molto più affilate per gestire partite e avversari gommosi come la Roma di ieri. Insomma, nonostante lo zero a zero non aleggiano fantasmi intorno al futuro della Juventus di questa stagione, ancora tutta da scrivere e con buone premesse. Solo una cosa preoccupa: l’andamento psicologico di Dusan Vlahovic che, quando è in giornata no, si scoraggia dopo i primi errori e ingarbuglia il filo della sua partita fino a trovarsi un groviglio inestricabile, nel quale finisce per inciampare in continuazione. Ieri sera è mancato un suo guizzo per risolvere la partita, la zampata che si può permettere chi ha un centravanti con le sue qualità. In un campionato le partite vinte perché tu hai il bomber e gli altri no, sono quelle che nel conteggio finale dei punti pesano molto di più.

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La Juventus frena, ma non si ferma. La delusione monta proporzionale all’entusiasmo evocato dalle prime due partite, ma un’analisi emotivamente asettica della gara conferma i progressi concettuali della squadra di Thiago Motta, alle prese con un processo di crescita che non poteva essersi concluso in così poco tempo e che ieri sera è stato zavorrato dalla troppa imprecisione. Il che non è né bello, né giustificabile per i bianconeri, ma è probabilmente episodico, mentre ormai sistematico è un atteggiamento che spinge la Juventus ad attaccare con convinzione, a pressare alta, a provarci in continuazione. Certo, sbagliare così tanto è costata la vittoria che pareva alla portata della Juventus, contro una Roma ordinata, solida e volenterosa, ma dotata di inferiore qualità rispetto ai bianconeri, soprattutto nel secondo tempo, quando Motta ha messo in campo tutti i nuovi e costosi acquisti.

Juve-Roma, errori tecnici e ritmi lenti

Ok, il caldo ha indotto ritmi molto fiacchi, ma anche i 30 gradi di caucciù dello Stadium non possono giustificare la massa critica di errori tecnici che sono diventati quasi sistematici non appena la Juventus ha accelerato, anche solo leggermente, i tempi di gioco. La stessa cosa, peraltro, è capitato alla Roma e, infatti, ne è uscita una partita orrenda. E anche questo amareggia il popolo bianconero che veniva da due gare frizzanti e dissetanti come certe birrette estive. Ma, ancora una volta, non bisogna confondere la noiosa frustrazione delle aspettative disattese con l’analisi lucida della realtà. La Juventus sapeva (e lo sapeva anche il suo popolo) che è e resta complesso costruire una nuova squadra, con una nuova mentalità tattica, con così tanti nuovi giocatori. Due vittorie e un pareggio, rimanendo nel gruppetto in testa alla classifica non può essere considerato deludente.

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