TORINO - Nella dicotomia – francamente stucchevole – tra risultatisti e giochisti, certo, Thiago Motta può senza indugi essere annoverato alla seconda voce. Il calcio del tecnico italo-brasiliano, però, va ben oltre la “semplice” cifra tecnica dei propri giocatori. Intensità e aggressività, per esempio, sono stelle polari perseguite quasi ciecamente dall’artefice del “Bologna dei miracoli”, motivo per cui le qualità atletiche e quelle mentali giocano un ruolo fondamentale nelle sue scelte.
I segreti di Thiago Motta
Gli allenamenti, in settimana, sono il fedele specchio del credo di Thiago Motta. Inevitabilmente. Ampio il ricorso ai possessi a tema e alle partitelle, per simulare ritmi di gioco il più vicino possibile a quelli della partita. Frequenti le urla, con rigoroso accento francese, del preparatore Colinet, figura predisposta a tenere sempre sulla graticola i giocatori. E, in estate, costante utilizzo di veri e propri “ring” disegnati in campo per sfi de fisiche, in uno contro uno, tra i bianconeri, a volte con il pallone tra i piedi, a volte in mano e altre a “corpo libero” con l’intento di spingersi fuori dalle delimitazioni.