Cob Motta non conta il nome sulla maglia
Le sensazioni raccolte nel corso di queste sedute, gioco forza, assumono un valore dirimente per lo staff tecnico. Che, come raccontato bene dai primi 270’ di questo campionato, non guarda in faccia nessuno al momento delle scelte. Così è stato premiato Mbangula per la fame e l’applicazione dimostrate lungo tutto il ritiro, per quanto lo scorso anno il belga non fosse nemmeno uno dei giovani più in vista della Next Gen. Così è stato lanciato Savona, un ragazzo "di cui mi piace tutto, anche come mi guarda e come guarda le persone che gli parlano in allenamento", ha rivelato lo stesso Thiago Motta. Così, al contrario, alcuni nomi di peso si sono finora accomodati per lo più in panchina. Douglas Luiz è soltanto un esempio, il connazionale Danilo un altro tassello di questo ragionamento. E forse non è un caso che i due, insieme all’imprescindibile Bremer, siano stati gli ultimi a unirsi al gruppo bianconero, dopo le fatiche estive in Copa America con il Brasile.
Thiago Motta deve ora inserire i nuovi arrivi
La condizione atletica, d’altronde, per l’allenatore bianconero conta almeno quanto le doti tecniche. E quelle mentali, necessarie per tenere sempre alte intensità e linea del pressing. Affinché sia un’orchestra a suonare e non tanti solisti a cercare una tonalità che rappresenti un buon compromesso. Questo profondo credo mette il collettivo al di sopra di ogni individualità, pur nella consapevolezza che la qualità del singolo possa risultare decisiva per risolvere la partita. Per questo, a inizio estate, Thiago Motta si è confrontato con Cristiano Giuntoli sulla direzione da dare al mercato. Per questo, ora, vuole sfruttare a piene mani la sosta del campionato per inserire a pieno titolo nel contesto i vari Koopmeiners, Kalulu e... Douglas Luiz, naturalmente.
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