Nuovi partner, testa e fisico Champions: Juve, per Vlahovic trattamento Motta

Allenamenti specifici, colloqui e psicologia: il piano per il primo mese decisivo dei bianconeri con un bomber che faccia paura a big italiane ed europee

TORINO - Finalmente. Con annesso sospiro, la parola comincia a fiorire sulle bocche di milioni di tifosi, che senza nulla togliere alla passione per l’Italia - per giunta pienamente soddisfatta in quest’ultima pausa - non vedevano l’ora di rituffarsi nel campionato, messo forzatamente da parte appena dopo averlo riassaporato con tre morsi dopo la lunga pausa estiva. Sulle bocche dei tifosi e non solo. Sulla bocca di Dusan Vlahovic quel finalmente più che fiorire sta esplodendo. Avendo rinunciato alla convocazione con la Serbia per motivi familiari, DV9 non sente il fischio d’inizio di una partita ufficiale da Juventus-Roma del 1° settembre e per un agonista come lui due settimane senza sfide ufficiali costituiscono un digiuno capace di scatenare la fame. Per giunta acuita dalla prestazione incolore nello 0-0 contro i giallorossi, dopo l’ottimo avvio con Como (senza gol solo per una serie di episodi sfortunati) e Verona (doppietta). Così punta l’Empoli - e un mese di sfide ravvicinate e fondamentali, con Juve-Napoli e le prime due di Champions - con l’energia di un ciclone, emoticon abbinato su Instagram alla foto dell’allenamento di ieri.

Thiago Motta lavora sulla testa di Vlahovic

Proprio l’eccessiva fame di gol e di vittoria, però, ha spesso tradito il ventiquattrenne bomber, trasformandosi da spinta a tirare fuori tutte le proprie qualità a eccesso di pressione che quelle doti al contrario le ha spesso bloccate, liberando invece nervosismo e frenesia. Proprio su questo aspetto sta lavorando Thiago Motta, senza ovviamente tralasciare tecnica e tattica. Ma è soprattutto sul piano mentale, sulla capacità di gestire con freddezza ed equilibrio i momenti negativi, che Vlahovic può compiere un salto di qualità.

Il suo umore, come quello di qualsiasi attaccante, è condizionato dal gol. Un legame fisiologico e indispensabile per essere un vero bomber, ma che un vero bomber deve imparare a gestire, metabolizzando che il gol può arrivare in qualsiasi momento, che ci sono periodi in cui un tiro sbagliato spiazza il portiere e altri in cui uno perfetto sbatte sul palo. E soprattutto che il gol è un mezzo per aiutare la squadra a vincere, il più importante per un attaccante, ma non l’unico. E che, quando il gol non arriva, se ne possono usare altri per raggiungere il fine. "Il lavoro di Dusan non si ferma ai gol - aveva non a caso detto il tecnico già durante il ritiro - Ci sono tante cose nel calcio da fare, lui lo sa e lo sa fare molto bene". Concetto ribadito dopo Juve-Roma: "Dusan lo vedo molto bene, è il primo difensore che abbiamo. Cerca di aiutare sempre la squadra, a volte fa gol, a volte no ma io non guardo solo quello. Deve continuare così e la squadra lo metterà in condizione per finire l’azione".

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Partner Koopmeiners, arrivano altri assist

Squadra in cui già con la Roma erano apparsi nuovi compagni, a cominciare da quel Teun Koopmeiners che a Empoli potrebbe fare il suo debutto da titolare e che dovrebbe essere il giocatore in campo più vicino a Vlahovic. Giocando alle sue spalle, l’olandese sarà uno dei principali fornitori di palloni per DV9, ma al tempo stesso anche uno dei principali, se non il principale, benefeciario dei suoi movimenti e delle sue sponde. Un’intesa affinata in queste due settimane (neanche l’ex atalantino era in Nazionale) i cui primi frutti sono attesi domani a Empoli. Proprio sullo stesso campo su cui Vlahovic, il 26 febbraio 2022, aveva firmato la sua prima doppietta in bianconero, decisiva nella vittoria per 3-2. Due gol splendidi, tra l’altro: il primo mettendo a sedere Ismajili e Vicario fintando il tiro di destro, spostandosi invece la palla sul sinistro per calciare a porta praticamente vuota; il secondo controllando in corsa con il tacco-esterno sinistro un passaggio leggermente arretrato di Morata, portandosi con quel tocco il pallone avanti, e poi scavalcando il portiere con uno scavetto di destro.

Vlahovic e il rinnovo con la Juve

Uno dei tanti assaggi di un potenziale ancora da esprimere pienamente e con continuità: riuscire a far questo è la missione in cui Vlahovic e Motta si stanno impegnando e dal cui buon esito dipende, in parte, l’effettiva consacrazione di DV9 a stella del nuovo ciclo bianconero. In parte perché per diventare il simbolo della Juve dei prossimi anni Vlahovic dovrà anche rinnovare il contratto in scadenza nel 2026: i colloqui tra Giuntoli e il suo agente Ristic erano frequenti già prima dell’estate e nelle prossime settimane riprenderanno. Con il nodo di un ingaggio fuori dai parametri attuali da sciogliere e la comune volontà di trovare un’intesa ad aiutare. Ma a questo penseranno Giuntoli e Ristic. Vlahovic e Motta pensano all’Empoli.

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TORINO - Finalmente. Con annesso sospiro, la parola comincia a fiorire sulle bocche di milioni di tifosi, che senza nulla togliere alla passione per l’Italia - per giunta pienamente soddisfatta in quest’ultima pausa - non vedevano l’ora di rituffarsi nel campionato, messo forzatamente da parte appena dopo averlo riassaporato con tre morsi dopo la lunga pausa estiva. Sulle bocche dei tifosi e non solo. Sulla bocca di Dusan Vlahovic quel finalmente più che fiorire sta esplodendo. Avendo rinunciato alla convocazione con la Serbia per motivi familiari, DV9 non sente il fischio d’inizio di una partita ufficiale da Juventus-Roma del 1° settembre e per un agonista come lui due settimane senza sfide ufficiali costituiscono un digiuno capace di scatenare la fame. Per giunta acuita dalla prestazione incolore nello 0-0 contro i giallorossi, dopo l’ottimo avvio con Como (senza gol solo per una serie di episodi sfortunati) e Verona (doppietta). Così punta l’Empoli - e un mese di sfide ravvicinate e fondamentali, con Juve-Napoli e le prime due di Champions - con l’energia di un ciclone, emoticon abbinato su Instagram alla foto dell’allenamento di ieri.

Thiago Motta lavora sulla testa di Vlahovic

Proprio l’eccessiva fame di gol e di vittoria, però, ha spesso tradito il ventiquattrenne bomber, trasformandosi da spinta a tirare fuori tutte le proprie qualità a eccesso di pressione che quelle doti al contrario le ha spesso bloccate, liberando invece nervosismo e frenesia. Proprio su questo aspetto sta lavorando Thiago Motta, senza ovviamente tralasciare tecnica e tattica. Ma è soprattutto sul piano mentale, sulla capacità di gestire con freddezza ed equilibrio i momenti negativi, che Vlahovic può compiere un salto di qualità.

Il suo umore, come quello di qualsiasi attaccante, è condizionato dal gol. Un legame fisiologico e indispensabile per essere un vero bomber, ma che un vero bomber deve imparare a gestire, metabolizzando che il gol può arrivare in qualsiasi momento, che ci sono periodi in cui un tiro sbagliato spiazza il portiere e altri in cui uno perfetto sbatte sul palo. E soprattutto che il gol è un mezzo per aiutare la squadra a vincere, il più importante per un attaccante, ma non l’unico. E che, quando il gol non arriva, se ne possono usare altri per raggiungere il fine. "Il lavoro di Dusan non si ferma ai gol - aveva non a caso detto il tecnico già durante il ritiro - Ci sono tante cose nel calcio da fare, lui lo sa e lo sa fare molto bene". Concetto ribadito dopo Juve-Roma: "Dusan lo vedo molto bene, è il primo difensore che abbiamo. Cerca di aiutare sempre la squadra, a volte fa gol, a volte no ma io non guardo solo quello. Deve continuare così e la squadra lo metterà in condizione per finire l’azione".

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