Thiago Motta non risponde alle domande, ma parla con i fatti e i tifosi sono molto più contenti così. D’altronde, con le parole non vinci gli scudetti, con i punti sì. Forse anche questo accende il popolo bianconero, che non sta lesinando entusiasmo e denaro per la nuova Juventus: dopo gli esauriti per le partite contro Como e Roma, non ci sono più biglietti per il Napoli; stanno finendo per il Psv; mentre la terza maglia, quella tutta nera molto fashion, è andata esaurita in pochissimo tempo. Nessuno può ancora sapere se questa squadra e questo tecnico stanno aprendo un ciclo o se vinceranno un trofeo, ma scoppietta quell’effervescente sensazione che qualcosa stia succedendo e, forse, si sente la necessità di mettere in circolo un po’ di ottimismo dopo tre anni cupi. Attenzione però: se tutto ciò allenta le tensioni ambientali intorno a Thiago Motta, accompagnato nel suo incipit dal favore della gente juventina, nello stesso tempo alimenta la spirale delle aspettative.
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Motta: la nuova Juve tutta a disposizione
Thiago è troppo esperto (e scaltro) per non sapere che questo amore deve essere ripagato e la valuta accettata dalle parti di Juvelandia sono i risultati. Oggi pomeriggio la Juventus di Thiago Motta inizia un ciclo molto serrato, il primo di una serie in questa stagione XXL. Empoli, Psv, Napoli, Genoa, Lipsia, Cagliari: sei partite in tre settimane, al termine delle quali ambizioni e aspettative verranno pesate meglio. Ripagando i tifosi ora, consentirebbe a Motta di moltiplicare l’entusiasmo con quel meccanismo di euforia esponenziale che accompagna festosamente le grandi stagioni. Oggi pomeriggio, inoltre, Thiago Motta può utilizzare tutta la nuova Juve (con l’eccezione di Francisco Conceiçao) effettuando un primo test del suo potenziale. Ha lavorato a lungo con Douglas Luiz e, soprattutto, Koopmeiners che si ritrova sulle spalle sessanta milioni di responsabilità e le relative aspettative. Sono in molti, anche e soprattutto fra gli addetti ai lavori, che hanno messo in dubbio quella onerosa valutazione. È uno stimolo in più per l’olandese, cui non mancano personalità e autostima.