TORINO - Come in ogni ambito produttivo, a fare la differenza ad ogni livello è sempre la qualità e la ramificazione delle relazioni. Oltre, si capisce, alla qualità del prodotto, sia che si tratti di merendine o di automobili, sia che si tratti di una squadra di calcio che vende spettacolo per cercare vittorie. E, così, nel dettaglio è proprio questo il compito che tocca a Giorgio Chiellini: ricostruire una rete di rapporti con le istituzioni calcistiche dopo il terremoto giudiziario che aveva cancellato la Juventus dal consesso politico/calcistico nazionale e internazionale. Cominciamo dal primo, quello che riguarda il panorama italiano dove, in realtà, Andrea Agnelli aveva già abbandonato consapevolmente le riunioni di Lega perché il suo orizzonte era sempre più europeo e orientato alla realizzazione della SuperLega. Come si siano poi evolute le vicende, ormai ognuno lo sa ed è una lodevole intenzione quella di riconquistare il peso che un club come la Juventus - quello che, non va dimenticato, è per esempio dirimente per la vendita dei diritti tv, considerato il numero dei tifosi - deve avere nella gestione politico/economica della Serie A.
L’approccio di Chiellini sarà ovviamente graduale, sia perché deve conoscere di persona uomini e dinamiche (decisivo l’affiancamento di Scanavino e di Calvo, che via via si occuperà sempre più e solamente di marketing), senza dimenticare che il suo ingresso in via Rosellini avviene in una fase particolarmente turbolenta, nel pieno della competizione elettorale per l’elezione del nuovo presidente di Lega prima, dei pesi elettorali tra le varie componenti poi e dell’elezione del presidente federale infine.