Yildiz tra gli artisti Juve: da Del Piero a Baggio, il Psv è solo l'inizio

Kenan entra a far parte dell'esclusivo circolo bianconero: l'opera è ancora tutta da affrescare...

TORINO - Una pennellata d’autore su una tela ancora intonsa. Una premessa carica di speranze, un manifesto d’intenti. L’opera è ancora tutta da affrescare, ma Kenan Yildiz ha scelto il palcoscenico più prestigioso e l’età più verde per iscriversi al circolo degli artisti bianconeri. Un club esclusivo, eppure ben rifornito: vi appartengono di diritto tutti i grandi numeri dieci della storia della Juventus, sopraffini autori di reti indimenticabili. Ecco: il talento turco ha apposto la sua firma in occasione dell’esordio personale in Champions League, di fronte al Psv Eindhoven, in una sfida di primo turno, ma è facile immaginare che gli appassionati di pallone (e non solo i tifosi bianconeri…) avranno a lungo impressa quella conclusione, potente e insieme carica d’effetto, nella loro mente.

Yildiz e la perla contro il Psv

La perla rara con cui Yildiz ha sbloccato la sfida dello Stadium, infatti, si iscrive alla galleria delle grandi prodezze in bianco e nero, che – in questo caso – non è per forza sinonimo di un passato remoto. E lo iscrive alla lista degli artisti con in mano un pennello e addosso una maglia della Juventus, nel senso che gli consente di presentare a tutti gli effetti la propria candidatura. Starà a lui, da qui in avanti, superare un esame dopo l’altro, fino alla gloria.

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Juve, gli artisti

L'ultima grande candidatura, d’altronde, si è fermata lontana dal massimo dei voti: Paulo Dybala aveva consegnato il faldone in occasione della sfavillante doppietta al Barcellona, nei quarti di finale della Champions 2017, ma poi alla Joya erano mancati analoghi picchi e, soprattutto, la continuità. Così l’argentino, qualche stagione più tardi, avrebbe mestamente salutato Torino, senza eguagliare le gesta dei grandi dieci del passato. Fuoriclasse del calibro del Cabezon, al secolo Omar Sivori, autore di splendide gemme intagliate a suon di dribbling: l’oriundo aveva indossato il numero più iconico del pallone, alla Juventus, tra il 1963 e il 1965. Due decenni più tardi, tra 1982 e 1987, era quindi toccato a Le Roi, ovvero Michel Platini, cui si farebbe un torto a ricordare solo il gol con tacco e palombella contro l’Ascoli o il non-gol con sombrero e mancino al volo con l’Argentinos Juniors nella fi nale dell’Intercontinentale 1985.

La galleria d’arte comprende naturalmente i più begli affreschi del Divin Codino, all’anagrafe Roberto Baggio, e quelli di Pinturicchio, capitan Alessandro Del Piero, evocato da più parti in scia alla prodezza di martedì sera di Yildiz, così vicina nella balistica alle pennellate disegnate in serie contro Borussia Dortmund, Steaua Bucarest e Glasgow Rangers nella vittoriosa Champions del 1996. Sulle sue orme, intanto, Yildiz ha inaugurato la sua sala...

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TORINO - Una pennellata d’autore su una tela ancora intonsa. Una premessa carica di speranze, un manifesto d’intenti. L’opera è ancora tutta da affrescare, ma Kenan Yildiz ha scelto il palcoscenico più prestigioso e l’età più verde per iscriversi al circolo degli artisti bianconeri. Un club esclusivo, eppure ben rifornito: vi appartengono di diritto tutti i grandi numeri dieci della storia della Juventus, sopraffini autori di reti indimenticabili. Ecco: il talento turco ha apposto la sua firma in occasione dell’esordio personale in Champions League, di fronte al Psv Eindhoven, in una sfida di primo turno, ma è facile immaginare che gli appassionati di pallone (e non solo i tifosi bianconeri…) avranno a lungo impressa quella conclusione, potente e insieme carica d’effetto, nella loro mente.

Yildiz e la perla contro il Psv

La perla rara con cui Yildiz ha sbloccato la sfida dello Stadium, infatti, si iscrive alla galleria delle grandi prodezze in bianco e nero, che – in questo caso – non è per forza sinonimo di un passato remoto. E lo iscrive alla lista degli artisti con in mano un pennello e addosso una maglia della Juventus, nel senso che gli consente di presentare a tutti gli effetti la propria candidatura. Starà a lui, da qui in avanti, superare un esame dopo l’altro, fino alla gloria.

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