TORINO - Juventus-Napoli è la Partita con la p maiuscola per Cristiano Giuntoli. Non può che essere così per una ragione molto semplice e composta: sotto il Vesuvio ha lavorato otto stagioni prima di approdare, nell’estate del 2023, a Torino, nella squadra per cui fa il tifo sin da bambino. E ci è arrivato dopo aver ottenuto la laurea con lode, conquistando nel suo ultimo anno partenopeo una scudetto che mancava da 33 anni. A Torino ha proseguito il suo lavoro da direttore che, da tempo, prevede due parametri principali: vincere e far risparmiare il club, possibilmente guadagnare. Ci è riuscito a Napoli toccando l’apice con la scommessa su Luciano Spalletti in panchina e una squadra migliorata stagione dopo stagione con pazienza certosina. Dimostrando che si può fare calcio senza sprecare danari, anzi. Il Napoli campione d’Italia aveva un monte ingaggi lordo di circa 70 milioni, quindi decisamente contenuto, e il tricolore è coinciso con un bilancio florido da circa 100 milioni di attivo.
A Napoli ha lavorato in simbiosi con il presidente De Laurentiis, con cui ha instaurato un rapporto di sincera stima reciproca. Quando Giuntoli parla con gli amici del patron ha sempre parole di elogio, avendone apprezzato lo spirito da imprenditore lungimirante, che sa delegare e trovare le persone giuste per i ruoli più delicati. Adl voleva capire e sapere tutto da Giuntoli sulle operazioni che gli proponeva di firmare. Voleva comprenderne lo sviluppo a medio e lungo termine per capirne anche la filosofia finanziaria. Un binomio esaltato dalla competenza dell’amministratore delegato Andrea Chiavelli.
Juve, Giuntoli e il Napoli