Conte e il battibecco con Andrea Agnelli
Fu però il doppio confronto in semifinale di Coppa Italia, vinto dalla Juve poi campione, ad alzare al massimo la temperatura del rancore tra Conte, la società e parte della tifoseria: con il tecnico che all’intervallo della sfida di ritorno rientrò negli spogliatoi dello Stadium mostrando il dito medio ad Andrea Agnelli, a propria volta tutt’altro che tenero dalla tribuna d’onore. Agnelli che però si mostrò sordo alla petizione di parte della tifoseria che chiedeva di revocare l’intitolazione a Conte di una delle stelle dello Stadium, dedicate ai campioni della storia bianconera. Una storia di cui Conte fa parte, come ha detto ieri lui e come la società ha riconosciuto anche un anno fa, quando lo ha convocato al PalaAlpitour per la partita celebrativa dei 100 anni di presidenza degli Agnelli. Quella sera, maglia della Juve addosso, Conte fu accolto da un boato. Quest’estate, quando alla presentazione del Napoli è partito il coro “Chi non salta è juventino”, i piedi ben piantati a terra e le parole perentorie - "Sono un professionista, darò tutto ma non chiedetemi cose che non farò mai" - hanno ammorbidito ancora il cuore dei nostalgici. Non quello di chi non ha perdonato a Conte certe scelte e certi atteggiamenti. Ci proverà Thiago Motta a riunirli, in una festa bianconera.