Il Milan, in fin dei conti, si godrà una sostanziosa plusvalenza, unico motivo per essere contenti, sponda rossonera, dell’operazione Kalulu. Per il resto se lo godono Thiago Motta, che l’ha voluto, e Cristiano Giuntoli, che l’ha preso in prestito con un diritto di riscatto che nei prossimi mesi verrà verosimilmente esercitato, se la situazione continuerà a essere questa. Kalulu è stato il protagonista inaspettato di Juve-Napoli. O forse no, perché il francese non è proprio una sorpresa, nemmeno da difensore centrale: si è distinto in quel ruolo, praticamente da titolare fisso, proprio nel Milan di Stefano Pioli che vinse lo scudetto. E forse qualcuno se lo è dimenticato dopo l’ultima stagione in cui Kalulu è stato frenato da alcuni infortuni che ne hanno limitato l’impiego.
Milan, rimpianto Kalulu
Proprio la sua versatilità, cioè la capacità di agire indifferentemente da terzino come da centrale, nella difesa a 4, è stata decisiva nella scelta della Juventus. Pierre non era la prima scelta e dire il contrario sarebbe intellettualmente non onesto: da Calafiori a Todibo, le idee erano altre. Ma poi è maturata l’altra strada, quella che portava a Milano sponda rossonera, e forse nemmeno Giuntoli si sarebbe aspettato un’apertura così netta da parte del Diavolo al prestito con diritto di riscatto a cifre tutto sommato in linea con il valore del giocatore: 3,3 milioni di prestito, 14 di riscatto, 3 di ulteriori bonus e il 10 per cento della futura rivendita a favore del Milan. Le prestazioni sfoderate da Kalulu in questo inizio di stagione stanno inesorabilmente aumentando i rimpianti in casa Milan per una cessione forse non sufficientemente ponderata: quello che ci aveva pensato di più era stato lo stesso calciatore, che si era preso qualche giorno di riflessione (con tanto di telefonata con Thiago Motta) per dire di sì all’offerta bianconera.