Motta, partenza Juve tra Pirlo e Allegri: il paragone su campo e mercato

L'analisi delle prime cinque partite di Thiago rapportate alle precedenti esperienze di Max e del Maestro

TORINO - Un Thiago Motta alla Pirlo. Dopo le prime cinque giornate di campionato l’andamento della Juventus sotto la guida dell’italo-brasiliano è simile alla stagione 2020-21, quando sulla panchina c’era il Maestro. Stessi punti in classifica, 9, e stessa differenza tra gol fatti e subiti (6). Le similitudini non finiscono qui perché anche l’annata - unica - di Pirlo, chiamato in tutta fretta dalla panchina della Next Gen alla prima squadra dopo l’esonero di Sarri, era stata quella della rifondazione. Via i contratti pesanti, come quelli di Higuain e Khedira, per sgravare un bilancio fortemente appesantito dalle conseguenze del Covid, addio a Matuidi, Pjanic e Douglas Costa, e ripartenza con Chiesa, Kulusevski, Morata per il ritorno bis, McKennie e l’incognita Arthur, rimasta tale.

Rivoluzione Juve in estate

Anche l’estate di Cristiano Giuntoli e Thiago Motta è stata movimentata da tanti ingressi e uscite per riuscire nell’impresa di cominciare un nuovo ciclo. Dieci acquisti, da Koop a Di Gregorio, da Thuram a Conceiçao, da Douglas Luiz a Nico Gonzalez, da Kalulu a Cabal, per finire con il giovane Adzic, e cessioni di parecchi giovani per fare cassa o di giocatori con ingaggi pesanti e fuori dal progetto, come Chiesa e Szczesny. Una rivoluzione, soprattutto a centrocampo e negli esterni d’attacco, ma il punto di forza, finora, della Juventus di Thiago Motta resta la solidità difensiva.

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Juve, difesa di ferro: eguagliato un primato

Non subire neppure un gol, con Di Gregorio impegnato soltanto in una parata davvero difficile (sulla punizione di Politano, sabato contro il Napoli), è un’impresa che alla Juventus - da Conte in poi - è riuscita soltanto un’altra volta, esattamente dieci anni fa, nel 2014-15, alla prima stagione di Massimiliano Allegri alla guida dei bianconeri e con la BBC a disposizione, dettaglio non trascurabile. Tra l’agosto e il settembre 2014, i bianconeri avevano affrontato Chievo, Udinese, Milan, Cesena e Atalanta. E dopo aver eguagliato quella Juventus, Thiago Motta può anche fare meglio perché, allora, nella giornata successiva la Juventus vinceva contro la Roma ma subiva due gol mettendo fine ai clean sheet in campionato. Adesso Bremer e compagni sono attesi sabato dal test verità in casa del Genoa.

Juve, c'è un problema in attacco

Fondamentale non subire gol, ma sul fronte opposto, la Juventus di Thiago Motta è penultima - nonostante il rinforzi - nel confronto tra le ultime 14 stagione, da Conte in poi appunto, per gol segnati. Appena sei, tre al Como e tre al Verona, ben distante dai 14 messi a segno nelle prime cinque giornate nel 2017-18 o dagli 11 realizzati con Conte, Pirlo e più volte Allegri. Anche se il punto più basso dell’attacco bianconero si è avuto proprio con il secondo anno di Max in panchina con appena 5 gol fatti (e pure 5 subiti): era l’annata 2015-16, passata alla storia come quella della grande rimonta, con 17 vittorie e un pari conquistati dall’11ª giornata in poi, dopo che la Juventus era precipitata alla 12ª posizione con appena 12 punti dopo 10 turni.

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TORINO - Un Thiago Motta alla Pirlo. Dopo le prime cinque giornate di campionato l’andamento della Juventus sotto la guida dell’italo-brasiliano è simile alla stagione 2020-21, quando sulla panchina c’era il Maestro. Stessi punti in classifica, 9, e stessa differenza tra gol fatti e subiti (6). Le similitudini non finiscono qui perché anche l’annata - unica - di Pirlo, chiamato in tutta fretta dalla panchina della Next Gen alla prima squadra dopo l’esonero di Sarri, era stata quella della rifondazione. Via i contratti pesanti, come quelli di Higuain e Khedira, per sgravare un bilancio fortemente appesantito dalle conseguenze del Covid, addio a Matuidi, Pjanic e Douglas Costa, e ripartenza con Chiesa, Kulusevski, Morata per il ritorno bis, McKennie e l’incognita Arthur, rimasta tale.

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Anche l’estate di Cristiano Giuntoli e Thiago Motta è stata movimentata da tanti ingressi e uscite per riuscire nell’impresa di cominciare un nuovo ciclo. Dieci acquisti, da Koop a Di Gregorio, da Thuram a Conceiçao, da Douglas Luiz a Nico Gonzalez, da Kalulu a Cabal, per finire con il giovane Adzic, e cessioni di parecchi giovani per fare cassa o di giocatori con ingaggi pesanti e fuori dal progetto, come Chiesa e Szczesny. Una rivoluzione, soprattutto a centrocampo e negli esterni d’attacco, ma il punto di forza, finora, della Juventus di Thiago Motta resta la solidità difensiva.

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