C’è un dirigente che ha acquistato Thiago Motta e Alberto Gilardino prima da calciatori e poi ha messo lo zampino sulla nomina di entrambi ad allenatori. In tutti i casi il club a beneficiarne è stato il Genoa; mentre il ds artefice di queste intuizioni e protagonista delle operazioni risponde al nome di Stefano Capozucca. Chi meglio dell’ex dirigente del Grifone per giocare in anteprima la sfida di domani tra due degli allenatori rampanti del nostro calcio.
Si aspettava che i suoi pupilli facessero carriera in panchina?
"Motta certamente. Si vedeva da subito che sarebbe diventato un grande tecnico. Al Genoa il suo arrivo nel 2008 ci ha cambiato la vita: ha dato personalità alla squadra, era il vero leader e soprattutto un allenatore in campo. Quando poi gli abbiamo affidato la panchina aveva mostrato subito idee importanti, anche se era un debuttante. Gila invece ha maturato la vocazione da allenatore soltanto negli ultimi anni della carriera da calciatore. Su Alberto le svelo una cosa…".
Prego.
"Due anni fa il Genoa stava andando male in B e il presidente Zangrillo in amicizia mi chiese un consiglio su a chi affidare la squadra: gli suggerii il nome di Gilardino; perché ero convinto delle sue capacità anche se aveva allenato solo in C e in D. Non ci ho visto male (ride, ndr)".
Il pregio di Thiago e quello di Gila?
"Per Motta la chiarezza: ti dice le cose in faccia e non si nasconde. Alberto invece ha un’umiltà pazzesca: ditemi quale Campione del Mondo avrebbe fatto la sua gavetta da allenatore, partendo addirittura dalla Serie D? Nessuno! Invece questa è la sua forza".