I mattoni di Motta, le due facce di Vlahovic e l’aria di Conceicao

Il tecnico costruisce la Juve con pazienza: è ancora lenta, ma attacca e non prende gol
I mattoni di Motta, le due facce di Vlahovic e l’aria di Conceicao© Garavaglia/AGENZIA ALDO LIVERANI SA

Francisco Coinceiçao è una boccata d’aria fresca e pulita in un calcio, quello italiano, che è sempre più asfissiante. Ha 21 anni, dribbla qualsiasi cosa gli si pari davanti e ieri ha segnato il primo gol in Serie A. È ancora lontano dall’essere un giocatore determinante, ma è senza dubbio divertente e gli appassionati di calcio italiani hanno tanto bisogno di divertirsi. Per carità, il senso di Genoa-Juventus non è Francisco Coinceiçao, ma il quartogenito dell’ex laziale Sergio, ha aggiunto senso a Genoa-Juventus che per un tempo è stata una partita abbastanza noiosa. Thiago Motta, d’altronde, è un costruttore paziente e aggiunge tutto un pezzettino per volta, più preoccupato di non fare nessun passo indietro più che di forzare quelli avanti. Il problema continua a essere la lentezza con cui la palla circola fra i piedi dei suoi quando sono sulla trequarti avversaria, il fatto positivo è che nella trequarti avversaria, la Juventus, ci sta tanto, anche per recuperare il pallone. E, seppure lentamente, gli uomini di Thiago Motta fanno quasi sempre la scelta giusta.

Porta bianconera ancora inviolata

Una buona notizia per il popolo bianconero, perché trovare la velocità di esecuzione è sempre più semplice che imparare le nuove idee. È un percorso lungo, ma la Juventus lo sta facendo acquisendo una solidità mostruosa, perché erano trent’anni che una squadra non prendeva gol nelle prime sei giornate e la squadra di Motta 540 minuti più recuperi ha rischiato pochissimo (parate vere, Di Gregorio e Perin ne avranno fatte quattro o cinque in due). E, attenzione, questo non succede solo perché la fase difensiva è ben organizzata e Bremer è un gigante del ruolo (senza dubbio fra i migliori tre centrali d’Europa), ma perché la Juventus, anche dopo il gol dell’uno a zero, è stata costantemente all’attacco e così dopo il secondo e il terzo gol, togliendo fiato al Genoa (che, per dire, all’Inter ne aveva fatti due, di gol). Ci sono molti modi per non prendere gol: la Juventus di Motta ci riesce andando all’attacco.

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Vlahovic gol e la cura Motta

Poi sul modo di attaccare si può discutere e ci sono ancora molte cose da migliorare, ma alla fine della sesta giornata, con la classifica che prende forma, la Juventus potrebbe trovarsi con un punto in meno del Napoli e uno in più di Inter e Milan. Nessuno in fuga, tutti nel gruppone, senza forzare il ritmo: il massimo per un ciclista che deve ancora trovare la gamba. E se Vlahovic segna... vabbè, lì il discorso è sempre quello: con la continuità è su livelli mondiali, senza la continuità resterà sempre in balia dei discorsi che gli danno tanto fastidio. Se sfogarsi contro le critiche è una via per essere meno ondivago, Motta potrebbe aver trovato la soluzione al problema dei problemi. L’impressione è che il secondo, meraviglioso, gol lo avrebbe sbagliato se prima non avesse trasformato il rigore. Vlahovic in fiducia è micidiale come i grandi, mandato in paranoia da un errore iniziale è uno che puoi sostituire nell’intervallo senza grossi rimpianti. Ma Motta è un costruttore paziente e anche con Dusan mette un mattone per volta.

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Francisco Coinceiçao è una boccata d’aria fresca e pulita in un calcio, quello italiano, che è sempre più asfissiante. Ha 21 anni, dribbla qualsiasi cosa gli si pari davanti e ieri ha segnato il primo gol in Serie A. È ancora lontano dall’essere un giocatore determinante, ma è senza dubbio divertente e gli appassionati di calcio italiani hanno tanto bisogno di divertirsi. Per carità, il senso di Genoa-Juventus non è Francisco Coinceiçao, ma il quartogenito dell’ex laziale Sergio, ha aggiunto senso a Genoa-Juventus che per un tempo è stata una partita abbastanza noiosa. Thiago Motta, d’altronde, è un costruttore paziente e aggiunge tutto un pezzettino per volta, più preoccupato di non fare nessun passo indietro più che di forzare quelli avanti. Il problema continua a essere la lentezza con cui la palla circola fra i piedi dei suoi quando sono sulla trequarti avversaria, il fatto positivo è che nella trequarti avversaria, la Juventus, ci sta tanto, anche per recuperare il pallone. E, seppure lentamente, gli uomini di Thiago Motta fanno quasi sempre la scelta giusta.

Porta bianconera ancora inviolata

Una buona notizia per il popolo bianconero, perché trovare la velocità di esecuzione è sempre più semplice che imparare le nuove idee. È un percorso lungo, ma la Juventus lo sta facendo acquisendo una solidità mostruosa, perché erano trent’anni che una squadra non prendeva gol nelle prime sei giornate e la squadra di Motta 540 minuti più recuperi ha rischiato pochissimo (parate vere, Di Gregorio e Perin ne avranno fatte quattro o cinque in due). E, attenzione, questo non succede solo perché la fase difensiva è ben organizzata e Bremer è un gigante del ruolo (senza dubbio fra i migliori tre centrali d’Europa), ma perché la Juventus, anche dopo il gol dell’uno a zero, è stata costantemente all’attacco e così dopo il secondo e il terzo gol, togliendo fiato al Genoa (che, per dire, all’Inter ne aveva fatti due, di gol). Ci sono molti modi per non prendere gol: la Juventus di Motta ci riesce andando all’attacco.

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