Nella cooperativa bianconera del gol, il socio mancante è proprio lui: Koop. Dentro al gioco di parole, c’è la realtà dell’attesa bianconera per il primo gol di Teun Koopmeiners, per il primo gol dell’olandese con la Juventus. Poi, in realtà, va benissimo anche in veste di suggeritore, così come gli è ben riuscito a Genova con la verticalizzazione per il secondo gol di Vlahovic: una soluzione tecnica, quella del filtrante “dritto per dritto”, che alla Juve era diventata merce assai rara per mancanza di interpreti adatti alla bisogna. E dunque non è che la gente si accontenti in attesa del gol: è per davvero confortata dall’aver verificato la disponibilità di una soluzione tattica che completa e rende efficace il possesso palla con la costruzione dal basso a cui sta lavorando con grande soddisfazione Thiago Motta.
Poi, certo, il gol è sempre il gol e la speranza di vedere Koop esultare c’è eccome, tanto più che sabato al Ferraris c’è andato parecchio vicino salvo aver incredibilmente spedito sulla traversa, da due passi, il passaggio di Conceiçao. Errore incredibile, per un giocatore scortato da una tecnica come la sua, che però non ha affatto smontato la fiducia dell’olandese che ai microfoni di Mediaset l’ha ribadito: «Il gol? Ci arrivo! Voglio segnare, ma prima di tutto sono un giocatore che pensa alla squadra. Se Vlahovic ha segnato una doppietta e ha l'occasione per fare il terzo gol, gliela passo comunque a costo di non riuscirci io. Segnerò, prima o poi». E quel tempo, più prima che poi, potrebbe scoccare già questa sera, in occasione del vernissage a Lipsia contro la terza forza della Bundesliga e, dunque, non esattamente un avversario qualsiasi e di sicuro più impegnativo di quel Genoa alle prese con una grave crisi di identità e di interpreti.