Questione di mentalità
Già... il Var. Ci ha scherzato sopra Thiago Motta ma la realtà del campo è ben diversa perché l'arbitro Letexier ha fatto il bello e il cattivo tempo, soprattutto per la Juventus, assieme al connazionale Brisard, posizionato nella sala dei monitor. Che la partita fosse nata con qualche spiraglio negativo lo si era capito già dagli infortuni in pochi minuti di Bremer (si teme per il ginocchio) e Nico Gonzalez (problema muscolare). Due cambi forzati ma che non hanno cambiato la fisionomia e il modo di interpretare la gara. Una tranquillità predicata da Motta dalla panchina: "Calma, si gioca". Poi la ripresa. Il rosso a Di Gregorio ('mani' fuori area) e il cambio: dentro Douglas Luiz e fuori McKenn... doveva essere così... ma poi il cambio nel cambio, fuori Savona e l'americano a fare il terzino.
Un centrocampista per un difensore perché dare convinzioni ai ragazzi in campo c'è anche da farglielo capire in queste situazioni: "Perché andare indietro? Eravamo convinti di poter fargli male, abbiamo tanta qualità". Il Motta pensiero. Il rigore, lo svantaggio e altre decisioni dell'arbitro abbastanza rivedibili (vedi il fallo fischiato a Koopmeiners). Nonostante tutto stesse ruotando in modo avverso e contrario a trasmettere tranquillità ci ha pensato Thiago dalla panchina. Ha caricato nel modo giusto la squadra e dopo il pari di Vlahovic (il secondo) ha fatto un gesto inequivocabile e dal duplice significato, spiegato da lui stesso nel post partita: "Gesto della testa? Meglio che non ve lo dico. Chiedevo concentrazione anche sulla terza squadra (gli arbitri, ndr)". Insomma, a tutto Thiago Motta perché contro il Lipsia ha saputo determinare dalla panchina e aiutare la sua squadra ad avere coraggio, consapevolezza e convinzione. Tre punti nel dna Juve con quel fino alla fine a farla da padrone.
Motta come Guardiola
Al triplice fischio della partita non c'è soltanto la vittoria ma ci sono anche numeri e statistiche. Oltre ai tre punti conquistati con merito dai bianconeri, c'è anche il successo quasi da primato perché la Juventus è la seconda squadra nella storia della Champions League a vincere in trasferta e giocando in inferiorità numerica. Un altro risultato importante da aggiungere alla lista degli aspetti positivi del match e assolutamente non scontati per come si era messa la gara. Prima della Vecchia Signora ci era riuscito il Manchester City di Guardiola, nel 2019, contro lo Schalke 04.