TORINO - Due ingressi dalla panchina e altrettanti rigori causati. No, questa non è stata la settimana di Douglas Luiz. Uno che, da quando è atterrato nel mondo Juventus, la sua settimana la sta ancora inseguendo, a dire il vero. A Lipsia con un gomito galeotto aveva intercettato la sfera in area appena pochi istanti dopo la sostituzione con Savona, ieri un intervento maldestro dalle parti di Di Gregorio si è rivelato decisivo dopo ventisei minuti dal “cinque” a Thuram. Un’eccezione statistica che desta inevitabilmente scalpore. A maggior ragione se, a rendersene protagonista, è uno dei grandi colpi di mercato dell’estate, sbarcato in bianconero grazie a un’operazione da 51 milioni di euro con l’Aston Villa. Il pianeta Juventus e il pianeta Douglas Luiz, è piuttosto evidente, non si sono ancora allineati. Il brasiliano è arrivato a Torino, a margine della Copa America disputata con la maglia del Brasile, tra grandi aspettative. Al momento, però, rimaste ancora tali.
Douglas Luiz e la fiducia di Motta
Thiago Motta non serba alcun dubbio sulle qualità tecniche del centrocampista, doti che il giocatore – soprattutto nello stretto – ha subito sfoggiato negli spezzoni che gli sono finora stati accordati. Il nodo della questione, semmai, si annida intorno al tema dell’intensità, una stella polare imprescindibile per il tecnico bianconero. Una caratteristica, però, al contempo distante dal modo di giocare del verdeoro, più sornione che elettrico sul rettangolo di gioco. Sul tasto del ritmo, in settimana, sta battendo lo staff tecnico: i primi progressi si iniziano a intravedere, ma gli standard richiesti da Thiago Motta sono ancora distanti. Anche per questo, al di là della sfortunata statistica dell’ultima settimana, la maglia da titolare vestita a Empoli, lo scorso 14 settembre, non è stata replicata.