Juve-Cagliari, il mistero Vlahovic e le regole di Marinelli su Conceicao

Se non segni non vinci e l’errore dell'attaccante bianconero è fatale, ma uno come il talento portoghese va tutelato

Se non segni non vinci, perché il possesso palla e le occasioni non valgono per la classifica: l’implacabile lezione di Juventus-Cagliari si abbatte su Thiago Motta e la sua squadra, con un rimbombo allegriano (e infatti innesca il dibattito più inutile, più sterile e più demenziale del mondo sul che cosa si sarebbe detto se l’allenatore fosse stato Allegri). Ma se l’errore lunare di Vlahovic è l’essenza del calcio, per cui ogni ragionamento si frantuma di fronte a un pallone che entra o che esce, bisogna essere in malafede per non riconoscere la costante crescita della Juventus.

Il grande mistero Vlahovic

E, sì, il possesso, il gioco fluido nella metà campo avversaria, il costruire molte occasioni non servono a nulla se non la butti dentro, ma giocare come ha giocato ieri la Juventus, alla lunga, aumenta in modo importante le probabilità di vincere. Questo è il bicchiere mezzo pieno della gente juventina, sballottata dall’andamento di Vlahovic, in grado di passare dal paradiso all’inferno in tre giorni, trascinandosi dietro l’umore di milioni di tifosi. Resta un mistero come faccia, un giocatore, a segnare gol difficili e spettacolari, come quelli di mercoledì, e fallirne uno elementare come ieri. Ma è il grande mistero Vlahovic, uno di cui la Juventus non può fare a meno, perché mancano i gol dei centrocampisti (a partire da Koopmeiners) e un vice Dusan.

 

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Juve, Conceicao va tutelato

Quindi, provando a sintetizzare tutto: nel processo di costruzione della nuova Juventus, la partita di ieri non è da archiviare fra quelle negative, soprattutto se Motta riuscirà a trasformarla in una lezione. Anche perché la gara ha avuto momenti divertenti e calcisticamente gustosi, soprattutto perché la Juventus ha giocatori come Francisco Conceiçao. E giocatori come Francisco Coinceiçao vanno tutelati. Ieri non è stato così, perché il pessimo Marinelli ha fatto esattamente il contrario di quello che doveva fare. Conceiçao ha subito cinque falli, è stato continuamente maltrattato dai difensori del Cagliari e lui ha tollerato, senza estrarre mai un cartellino. Quando Conceiçao ha commesso un fallo, è andato immediatamente ad ammonirlo e poi ha concluso in gloria con l’inesistente giallo per simulazione costata l’espulsione (e quindi la squalifica) al portoghese.

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Campioni e spettacolo scarseggiano e se l'arbitro non li protegge...

Se un campionato come il nostro, in cui i campioni scarseggiano e lo spettacolo ne soffre, non vengono protetti i giocatori che saltano l’uomo e accendono la fantasia degli appassionati, possiamo serenamente prepararci a un’estinzione neanche troppo lenta del già screpolato mito della Serie A. E il presuntuoso Marinelli potrà essere orgoglioso di aver dato il suo deleterio contributo, con quella corsa indignata di chi sta andando a punire un omicidio, privo dell’umiltà per chiedere o rivedere (avrebbe, per esempio, scoperto che Obert prende il colletto di Conceiçao). Marinelli non ha condizionato il risultato della partita o, per lo meno, lo ha condizionato in misura infinitamente inferiore a Vlahovic. Il problema in questione è un altro e, se vogliamo, è anche più importante di Juventus-Cagliari: tutelare i talenti è un compito che gli arbitri non possono sottovalutare.

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Se non segni non vinci, perché il possesso palla e le occasioni non valgono per la classifica: l’implacabile lezione di Juventus-Cagliari si abbatte su Thiago Motta e la sua squadra, con un rimbombo allegriano (e infatti innesca il dibattito più inutile, più sterile e più demenziale del mondo sul che cosa si sarebbe detto se l’allenatore fosse stato Allegri). Ma se l’errore lunare di Vlahovic è l’essenza del calcio, per cui ogni ragionamento si frantuma di fronte a un pallone che entra o che esce, bisogna essere in malafede per non riconoscere la costante crescita della Juventus.

Il grande mistero Vlahovic

E, sì, il possesso, il gioco fluido nella metà campo avversaria, il costruire molte occasioni non servono a nulla se non la butti dentro, ma giocare come ha giocato ieri la Juventus, alla lunga, aumenta in modo importante le probabilità di vincere. Questo è il bicchiere mezzo pieno della gente juventina, sballottata dall’andamento di Vlahovic, in grado di passare dal paradiso all’inferno in tre giorni, trascinandosi dietro l’umore di milioni di tifosi. Resta un mistero come faccia, un giocatore, a segnare gol difficili e spettacolari, come quelli di mercoledì, e fallirne uno elementare come ieri. Ma è il grande mistero Vlahovic, uno di cui la Juventus non può fare a meno, perché mancano i gol dei centrocampisti (a partire da Koopmeiners) e un vice Dusan.

 

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