Bonucci su Ronaldo e la gestione Sarri
Al suo rientro a Torino si ritrovò in squadra Cristiano Ronaldo: "Il suo arrivo alla Juve fu deciso per migliorare una squadra già forte: l'obiettivo era vincere la Champions, ma non è stato raggiunto. Nell'anno in cui è arrivato CR7 si sono incastrate dinamiche strane: Allegri a fine ciclo, il Covid". Poi, infatti, arrivò Sarri: "Approdò nel momento sbagliato: molti dicono che non è da Juve, ma non la penso così. Quando hai Ronaldo, Higuain, Dybala e Douglas Costa come li fai giocare tutti? Nella gestione devi essere un fenomeno. CR7 è sempre stato un elemento di energia nello spogliatoio, ma nel secondo anno di Sarri nel modo di giocare è stato portato più ad agire come singolo che uomo squadra. Lui voleva giocare libero, Maurizio aveva i suoi paletti".
Bonucci incensa Conte. Su Mancini e Allegri...
Da un tecnico all'altro, Bonucci poi parla ampiamente di Antonio Conte, attualmente in vetta alla classifica con il Napoli. "È meticoloso, puntiglioso. Mi sono trovato spesso a parlare con lui. Lui deve trovare la soluzione per vincere e si è accorto che rispetto al passato il calcio è cambiato. Non poteva adattare il suo modo di vedere il calcio. Adesso vediamo un Napoli completamente diverso ma che ha la sua identità, le sue caratteristiche ben precise. Portare delle idee e convincere i calciatori è la cosa più importante che Antonio ha fatto in tutte le squadre che ha avuto. Ti entra dentro, nell’anima del giocatore. Kvara lo vediamo giocare in mezzo al campo, cosa che non ha mai fatto, con Spalletti giocava con i piedi sulla linea. Adesso lo ha convinto che quello è il modo giusto. Questo significa che la chiave di lettura che Antonio ha quando parla con i giocatori fa sì che gli vadano dietro. Ha fatto così con la Juve, l’Inter, al Chelsea e anche in Nazionale".
"Ricordo un discorso memorabile. Eravamo qualificati per l’Europeo del 2016, giocammo con la Norvegia all’Olimpico. Dopo il viaggio di ritorno chi aveva giocato non si allenava e lui fece un discorso tale per cui anche chi aveva giocato pensò 'dai chiamate l’altra squadra che giochiamo adesso'. Ti entra dentro e ti prende le risorse più difficili da trovare. Al momento non parla di scudetto, poi magari adesso vuole tener la piazza un po’ tranquilla e sa che ci potranno essere delle difficoltà come quelle dell’inizio che ha messo subito a posto. Quindi sta mantenendo tutti con le ali basse per non trovarsi in difficoltà già avanti, perché nel corso di una stagione ci sono i momenti di difficoltà.
"Il mio inizio con Antonio è stato traumatico perché io venivo dal viaggio di nozze quindi mi ero presentato in condizioni non ottimali e al primo allenamento mi sono fermato per i crampi. Con lui dovevi correre 100 metri per 7 minuti, 75 per 7 minuti, 50 per 20 secondi. Poi nel corso del tempo c’era chi riusciva a fare 16 di corsa e 16 di recupero di 100 metri. Quindi ti spinge sempre di più. Conte come conoscenze tattiche mi ha dato più di tutti, nell'ultima parte della carriera Mancini mi ha aperto a un'idea di gioco diversa coi '5 canali' utilizzati in Nazionale, mentre il primo Allegri della Juve nella gestione del campione è stato il top. Spero di arrivare a un livello che appunto unisca conoscenze e gestione".