TORINO - Ora che è ufficiale la riduzione della squalifica da 4 anni a 18 mesi, Paul Pogba e la Juventus potranno trattare l’addio, scontato, del centrocampista: sul tavolo la risoluzione del contratto da 8 milioni l’anno più 2 di bonus (anche se adesso è al minimo salariale) che ancora lega il Polpo, tornato a Torino nell’estate 2022 e fermo dall’11 settembre 2023, ai bianconeri fino al 30 giugno 2026. Quando verrà trovata l’intesa l’ex numero 10 potrà accasarsi in un’altra squadra: l’amico Patrice Evra lo spinge verso il Marsiglia, ma la destinazione più probabile è l’Mls, il campionato statunitense approdo sicuro di tanti campioni a fine carriera.
Pogba, squalifica ridotta: le motivazioni del Tas
Il francese potrà rientrare in campo l’11 marzo 2025, e cominciare ad allenarsi fin da gennaio, grazie alla sentenza del Tas di Losanna che "ha parzialmente accolto il ricorso presentato", sostenendo che il giocatore non ha assunto intenzionalmente la sostanza dopante, ma che è stato incauto perché non ha prestato attenzione al farmaco. Nel documento ufficiale, il Collegio del Tribunale Arbitrale dello Sport spiega di aver "basato la sua decisione sulle prove e sulle argomentazioni legali presentate dal giocatore secondo cui l’assunzione di Dhea, la sostanza per la quale Pogba è risultato positivo, non era intenzionale ed era il risultato di un errato utilizzo di un integratore prescrittogli da un medico in Florida, dopo che a Pogba erano state fornite rassicurazioni che il medico, che aveva affermato di aver in cura diversi atleti di alto livello statunitensi e internazionali, era informato e sarebbe stato consapevole degli obblighi antidoping di Pogba ai sensi del Codice mondiale antidoping".
Se da un lato, nel ricorso, il giocatore ha chiesto una sanzione di soli 12 mesi ammettendo una parte di colpa, dall’altro Nado Italia, l’Organizzazione nazionale antidoping, ha sostenuto che l’incoscienza di Pogba era grave e giustificava una squalifica di 4 anni. "Gran parte delle prove fornite da Pogba non hanno trovato opposizione - scrive il Tas -. Il Collegio ha stabilito, tuttavia, che il giocatore non era esente da colpe e che, in quanto calciatore professionista, avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione date le circostanze". La decisione del Tas è definitiva e vincolante, però sia Pogba sia il Tribunale Nazionale Antidoping, che gli aveva inflitto i 4 anni di squalifica, possono presentare ricorso al Tribunale federale svizzero entro 30 giorni "per motivi limitati" alla forma.