Il vero ruolo di Khephren
Quali erano le loro doti migliori da ragazzini? «Le prime qualità emerse erano il rispetto, il lavoro e l'umiltà, oltre alle doti atletiche di Marcus, fuori dalla norma per la sua età, e alla già grande maturità tecnica di Khéphren».
Si aspettava che Marcus diventasse un numero 9? «Sinceramente non proprio, con noi aveva giocato piuttosto decentrato a destra. Ma aveva già mostrato molta abilità sotto porta».
In Italia si dice sempre che ci siano difese fortissime e che sia una scuola per gli attaccanti: Marcus dove può arrivare? «È vero che il calcio italiano è rinomato per la solidità difensiva e il grande rigore dei suoi difensori, ma Marcus è già riuscito a insidiarli più volte dal suo arrivo. Non conosciamo i suoi limiti, il meglio secondo me deve ancora venire. E lo dico pensando in modo completamente obiettivo».
Khéphren sta trovando qualche difficoltà in più a imporsi nell'undici titolare di Thiago Motta. Secondo lei, qual è la posizione dove può rendere meglio? Davanti alla difesa o come mezzala? «Dobbiamo dare a Khéphren il tempo di adattarsi, credo che guadagnerà forza. Con noi giocava da centrocampista, ha una qualità di passaggio sopra la media, rompe facilmente le linee con il passaggio, quindi secondo me il centrocampista di inserimento è il suo ruolo preferito».