Il più giovane di sempre a segnare più di un gol in una partita di campionato tra Juventus e Inter, quaranta giorni dopo essere diventato il più giovane marcatore bianconero in Champions League. Due mesi di stagione e Kenan Yildiz ha già scritto due pagine di storia juventina e non due pagine qualsiasi: una nel capitolo del più importante torneo per club, l’altra nel capitolo della partita più prestigiosa del calcio italiano. "La classe, che molti confondono con lo stile, è in realtà la capacità di giocare bene i punti importanti", ha più volte detto e scritto Rino Tommasi a proposito del tennis. Definizione che resta valida togliendo le racchette, ingrandendo palla e campo e spostando la rete dietro alle porte. Insomma, passando al calcio: in qualsiasi sport la capacità di giocare bene le partite importanti e di essere decisivi nei momenti importanti è determinante nel distinguere un campione da un giocatore bravo. Yildiz, che nella passata stagione aveva segnato all’esordio da titolare in Serie A e all’esordio nella Turchia, sta continuando a dimostrare di possederne in quantità fuori dal comune, di classe secondo la definizione di Tommasi.
Yildiz freddo e determinato
Classe che si fonda anzitutto su freddezza, forza mentale, determinazione, lucidità, consapevolezza dei propri mezzi, ma che poi questi ultimi deve averli all’altezza. Perché senza quelli non solo non si gioca bene nei momenti più importanti, ma neppure in quelli meno importanti. Che i mezzi di Yildiz siano più che all’altezza è noto praticamente da sempre, a cambiare crescendo progressivamente è stato solo il numero di persone a cui era noto, ovvero quelle che lo vedevano giocare. Ora lo vedono in milioni e in milioni ne possono constatare l’enorme potenziale, del quale sta già esprimendo una parte importante. Anche in questo avvio di stagione in cui ai picchi contro Psv Eindhoven e Inter e alle prestazioni brillanti nelle prime due giornate contro Como e Verona ha alternato alcune giornate meno scintillanti.