Dodici e ventidue. I numeri sulla ruota di Dusan Vlahovic evidenziano la centralità della punta serba nel progetto Juventus, al di là persino dei gol realizzati, dettaglio mica tanto secondario per un bomber di professione. Dodici (su dodici) sono le presenze da titolare in questa stagione, in cui otto volte – per altro – l’attaccante è rimasto in campo fino al triplice fischio. Ventidue (nelle ultime ventitré) sono invece le gare disputate dal primo minuto allungando lo sguardo anche alla parte finale della passata annata. Dato significativo perché, da inizio aprile a oggi, l’unico match in cui DV9 non è figurato nell’undici di partenza dei bianconeri è stata la (ininfluente...) gara casalinga contro il Monza nell’ultimo turno dello scorso campionato, quando tutti i giochi di classifica erano ormai fatti.
DV9 sempre titolare
L’immagine di Vlahovic, da quando si è presentato a Torino nel gennaio del 2022, non è mai stata sovrapponibile a quella della Juventus come in questo momento. Sempre titolare, per scelta o per necessità. Già: il suo impiego, un anno fa, era la conseguenza di una decisione tecnica da parte di Allegri, chiamato – di volta in volta – a scegliere tra lui, Chiesa, Milik e Kean per comporre il tandem d’attacco. Nella Juventus di Thiago Motta, invece, le alternative offensive scarseggiano, in contumacia di un Milik che, in stagione, non ha ancora abbandonato il lettino dell’infermeria. La sua costante titolarità, insomma, è una scelta sì, ma anche una stringente esigenza. Nonostante, a differenza di quanto accaduto negli ultimi dodici mesi, la squadra sia chiamata a scendere in campo ogni tre giorni.