Tre Juve diverse, nessuno come Motta in Italia e il purgatorio di Vlahovic

Il tecnico bianconero ritrova il suo progetto e i ragazzi, stavolta, fanno i bravi. E se tornano i “vecchi”…
Tre Juve diverse, nessuno come Motta in Italia e il purgatorio di Vlahovic© /Agenzia Aldo Liverani Sas

Stavolta i ragazzi di Thiago Motta hanno fatto i loro compiti. A Udine si è rivista la Juventus di inizio stagione, sparita dopo le prime giornate. La Juventus ordinata e solida, offensiva e tecnica, ma soprattutto squadra nel senso del ”tutti per uno e uno per tutti”. Si è difesa senza troppi affanni, ha ottenuto discreti risultati nell’aggressione alta e ha cercato costantemente il gol. È una buona notizia, ma non cambia nulla per ora, perché manca la continuità nelle prestazioni e nell’atteggiamento. Finora, in una specie di schizofrenia calcistica abbiamo, infatti, visto tre Juventus diverse.

Nessuno come Motta

La Juventus di ieri e di inizio campionato: lucida, solida e vincente; la Juventus blindatissima in difesa, ma imprecisissima in attaccato (quella degli 0-0 e dell’1-1 contro il Cagliari); la Juventus folle e leonina, che combina casini in fase difensiva, ma non molla veramente mai (quella del 4-4 di San Siro o del 2-2 con il Parma). Quale sia quella vera ce lo dirà la stagione, nel frattempo Motta ha ritrovato la Juventus che ha in testa lui ed è logicamente soddisfatto: sa che la crescita di una squadra così giovane è complicata e che il suo progetto va assimilato. Le vittorie, soprattutto nello stile di ieri, aiutano nel processo, lo rendono più entusiasta, oliando l’umore generale. D’altronde, quello che sta facendo Motta non ha paragoni nella recente storia del calcio italiano, dove è impossibile trovare un grande club che punta in modo così massiccio sui giovani.

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Cosa sta mancando a inizio stagione

Ieri ha segnato il suo secondo gol in 9 presenze in Serie A, Nicolò Savona, che ha 21 anni e un futuro che va consolidandosi di partita in partita. L’altro gol lo ha propiziato Khéphren Thuram, 23 anni, con un taglio in area magistrale. Yildiz, 19 anni, ha giocato una partita da leader: concreta, matura e umile, mettendo la sua qualità al servizio della squadra. E, nel finale, è entrato Mbangula, 20 anni, che ha messo Koopmeiners davanti alla porta. Mentre Chico Conceiçao, 21 anni, è stato al solito pungente. Bisogna tornare indietro alla stagione 1976-77 per trovare una Juventus così giovane e, comunque, nella squadra che fece la doppietta scudetto-Coppa Uefa non mancavano due o tre giocatori esperti e smaliziati. Il progetto della Juventus è ambizioso, ma rivoluzionario e Motta può fare la storia come Trapattoni.

Anche perché, paradossalmente, sono proprio i giocatori con più anni ed esperienza che stanno mancando in questa prima parte della stagione. Fra infortuni ed equivoci, Douglas Luiz non si è praticamente ancora visto; Koopmeiners sta remando per tornare quello di Bergamo; Nico è apparso e scomparso; Danilo è in crisi. Per Motta non è una bella cosa, ma fino a un certo punto, perché se finora, senza i giocatori più esperti si è barcamenato ed è rimasto lì, con il loro apporto potrebbe esserci un ulteriore salto di qualità. E Vlahovic? Con i suoi 24 anni è lì nel mezzo, né giovane né esperto, né bomber implacabile, né bidone, sempre in bilico fra inferno e paradiso, anzi no in una specie di nebbioso purgatorio.

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Stavolta i ragazzi di Thiago Motta hanno fatto i loro compiti. A Udine si è rivista la Juventus di inizio stagione, sparita dopo le prime giornate. La Juventus ordinata e solida, offensiva e tecnica, ma soprattutto squadra nel senso del ”tutti per uno e uno per tutti”. Si è difesa senza troppi affanni, ha ottenuto discreti risultati nell’aggressione alta e ha cercato costantemente il gol. È una buona notizia, ma non cambia nulla per ora, perché manca la continuità nelle prestazioni e nell’atteggiamento. Finora, in una specie di schizofrenia calcistica abbiamo, infatti, visto tre Juventus diverse.

Nessuno come Motta

La Juventus di ieri e di inizio campionato: lucida, solida e vincente; la Juventus blindatissima in difesa, ma imprecisissima in attaccato (quella degli 0-0 e dell’1-1 contro il Cagliari); la Juventus folle e leonina, che combina casini in fase difensiva, ma non molla veramente mai (quella del 4-4 di San Siro o del 2-2 con il Parma). Quale sia quella vera ce lo dirà la stagione, nel frattempo Motta ha ritrovato la Juventus che ha in testa lui ed è logicamente soddisfatto: sa che la crescita di una squadra così giovane è complicata e che il suo progetto va assimilato. Le vittorie, soprattutto nello stile di ieri, aiutano nel processo, lo rendono più entusiasta, oliando l’umore generale. D’altronde, quello che sta facendo Motta non ha paragoni nella recente storia del calcio italiano, dove è impossibile trovare un grande club che punta in modo così massiccio sui giovani.

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