Stavolta i ragazzi di Thiago Motta hanno fatto i loro compiti. A Udine si è rivista la Juventus di inizio stagione, sparita dopo le prime giornate. La Juventus ordinata e solida, offensiva e tecnica, ma soprattutto squadra nel senso del ”tutti per uno e uno per tutti”. Si è difesa senza troppi affanni, ha ottenuto discreti risultati nell’aggressione alta e ha cercato costantemente il gol. È una buona notizia, ma non cambia nulla per ora, perché manca la continuità nelle prestazioni e nell’atteggiamento. Finora, in una specie di schizofrenia calcistica abbiamo, infatti, visto tre Juventus diverse.
Nessuno come Motta
La Juventus di ieri e di inizio campionato: lucida, solida e vincente; la Juventus blindatissima in difesa, ma imprecisissima in attaccato (quella degli 0-0 e dell’1-1 contro il Cagliari); la Juventus folle e leonina, che combina casini in fase difensiva, ma non molla veramente mai (quella del 4-4 di San Siro o del 2-2 con il Parma). Quale sia quella vera ce lo dirà la stagione, nel frattempo Motta ha ritrovato la Juventus che ha in testa lui ed è logicamente soddisfatto: sa che la crescita di una squadra così giovane è complicata e che il suo progetto va assimilato. Le vittorie, soprattutto nello stile di ieri, aiutano nel processo, lo rendono più entusiasta, oliando l’umore generale. D’altronde, quello che sta facendo Motta non ha paragoni nella recente storia del calcio italiano, dove è impossibile trovare un grande club che punta in modo così massiccio sui giovani.