Guardiola battuto, Ancelotti e Simeone fatti a pezzi: Motta, questo è Genesio

Soprannominato Pep per aver sconfitto il City, il tecnico del Lilla ha la fama di "ammazzagrandi". E in questa Champions ha già sentenziato entrambe le squadre di Madrid

La stampa francese lo ha soprannominato nientemeno che Pep. Sì, come il celebre mister Guardiola. Perché nel settembre 2018, quando allenava l’Olympique Lione, si rese protagonista di una clamorosa vittoria in Champions League all’Ethiad Stadium di Manchester (2-1) contro il City guidato dallo stratega catalano. Ma non è finita lì. Sempre nella fase a gruppi di quella Champions strappò due pareggi all’Hoffenheim targato Nagelsmann, oggi ct della Germania, e nel corso dell’attuale stagione, sulla panchina del Lilla, ha completato il suo poker personale di successi clamorosi sconfiggendo ed eliminando il Fenerbahçe di Mourinho ad agosto nel terzo turno preliminare di Champions League, quindi battendo in successione il Real Madrid di Ancelotti (2-1 al “Pierre-Mauroy”) e l’Atlético di Simeone (3-1) dieci giorni fa nella capitale spagnola. Il personaggio in questione è l’allenatore franco-calabrese Bruno Genesio, 58 anni, giunto lo scorso 15 luglio sulla panchina dei “Mastini” biancorossi in sostituzione del portoghese Paulo Fonseca volato a Milano.

Genesio l'"ammazzagrandi" 

Conseguentemente azzeccato l’altro appellativo di cui si fregia il “Pep” francese, e cioè “ammazzagrandi”. “Tueur de géants” come dicono in Francia, “matagigantes” nei Paesi di lingua ispanica o “giants killer” in quelli anglofoni. Davide che batte Golia, i lillipuziani che legano Gulliver. La Juventus è avvisata in vista dell’euro-trasferta in programma domani, nel quarto turno della prima fase di Champions League. Una gara da prendere con le molle per i bianconeri, reduci dal cocente ko interno contro un dominante Stoccarda. Il Lilla, beffato venerdì in casa dal Lione che ha raggiunto l’1-1 al 91’, cerca l’allungo sulla Juve: entrambe le contendenti hanno 6 punti dopo tre partite.

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Bruno Genesio e la consapevolezza di poter battere chiunque

Eletto due anni fa miglior allenatore della Ligue 1, quando era al timone del Rennes, Genesio è diventato l’uomo copertina del calcio francese dopo il doppio trionfo sulle “big” madrilene. Una specie di eroe. "Ci siamo dimostrati squadra solida, solidale, ottima in difesa e con un enorme talento in attacco – proclama – . C’è la consapevolezza di poter battere le grandi squadre. Basta crederci".

Genesio e le origini calabresi

Nelle sue vene scorre sangue calabrese. I nonni erano di Mammola, una novantina di chilometri a nord-est di Reggio, tra l’Aspromonte e le Serre. Comune di origini contadine, sussistenza basata su allevamento del bestiame e agricoltura. Dopo la Seconda Guerra Mondiale attraversarono tutta l’Italia per installarsi a Lione. Con loro c’era il piccolo Salvatore, due anni e mezzo, futuro papà di Bruno. "Abbandonato, mio nonno è stato allevato dalle Direzioni Dipartimentali della Sanità e dell’Azione Sociale italiana – racconta il “Pep” transalpino –. Gli hanno concesso il cognome di Genesio". In Francia gli è stato poi aggiunto arbitrariamente un doppio accento acuto su entrambe le E, così il cognome si scrive Génésio. Tutto un programma la pronuncia locale: “Brünò Dzhenesiò”, tipico di un Paese sciovinista arcinoto nello storpiare in modo raccapricciante i nomi stranieri (basti pensare a quello della Juventus e della Juve, che oltralpe diventano “Dzhüvantüs” con l’accento sull’ultima U o più brevemente “Dzhüv”). "Amo l’Italia, la cucina italiana, la cultura calcistica, la lingua – precisa Genesio – . Capisco quasi tutto, ma non lo parlo. Perché? I miei nonni si rifiutavano di parlarmi in italiano preoccupati per la mia integrazione...".

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L'avventura cinese di Bruno Genesio

Padre muratore, madre segretaria in una fabbrica di piastrelle, il tecnico lionese del Lilla è nato il 1° settembre 1966 e cresciuto nel quartiere post-industriale “Les États-Unis”, VIII “arrondissement” (a sud di Lione nei pressi della “banlieue” di Vénissieux), dove ha visto la luce ed è cresciuto anche un altro tecnico francese (ora ritirato) come Raymond Domenech. A 5 anni Bruno è stato iscritto nell’Accademia del Lione, dove studiava e s’allenava. Centrocampista, ha esordito in Ligue 1 nel 1985. Nel 2015 è tornato nella sua città natale come tecnico della prima squadra al posto di Fournier. Dal luglio 2019 (fino al gennaio ’21) è emigrato in Cina per guidare il Beijing Guoan, quindi è rientrato in patria (Rennes) e il 5 luglio scorso ha firmato col Lilla per due anni.

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La stampa francese lo ha soprannominato nientemeno che Pep. Sì, come il celebre mister Guardiola. Perché nel settembre 2018, quando allenava l’Olympique Lione, si rese protagonista di una clamorosa vittoria in Champions League all’Ethiad Stadium di Manchester (2-1) contro il City guidato dallo stratega catalano. Ma non è finita lì. Sempre nella fase a gruppi di quella Champions strappò due pareggi all’Hoffenheim targato Nagelsmann, oggi ct della Germania, e nel corso dell’attuale stagione, sulla panchina del Lilla, ha completato il suo poker personale di successi clamorosi sconfiggendo ed eliminando il Fenerbahçe di Mourinho ad agosto nel terzo turno preliminare di Champions League, quindi battendo in successione il Real Madrid di Ancelotti (2-1 al “Pierre-Mauroy”) e l’Atlético di Simeone (3-1) dieci giorni fa nella capitale spagnola. Il personaggio in questione è l’allenatore franco-calabrese Bruno Genesio, 58 anni, giunto lo scorso 15 luglio sulla panchina dei “Mastini” biancorossi in sostituzione del portoghese Paulo Fonseca volato a Milano.

Genesio l'"ammazzagrandi" 

Conseguentemente azzeccato l’altro appellativo di cui si fregia il “Pep” francese, e cioè “ammazzagrandi”. “Tueur de géants” come dicono in Francia, “matagigantes” nei Paesi di lingua ispanica o “giants killer” in quelli anglofoni. Davide che batte Golia, i lillipuziani che legano Gulliver. La Juventus è avvisata in vista dell’euro-trasferta in programma domani, nel quarto turno della prima fase di Champions League. Una gara da prendere con le molle per i bianconeri, reduci dal cocente ko interno contro un dominante Stoccarda. Il Lilla, beffato venerdì in casa dal Lione che ha raggiunto l’1-1 al 91’, cerca l’allungo sulla Juve: entrambe le contendenti hanno 6 punti dopo tre partite.

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