Koopmeiners, l’incredibile retroscena sul ko: per 20 giorni niente… letto!

Nelle ultime tre settimane un tormentato recupero ha restituito a Motta l’asso olandese, smanioso di fare la differenza stasera a Lilla

La reazione si è vista a Udine: veemente, nella testa e nelle gambe della squadra. Stasera alla Juventus tocca il compito più difficile, in tutte le cose: confermarsi. E per farlo deve dimenticare la sua versione timida e impacciata vista allo Stadium contro lo Stoccarda, nell’ultima uscita di Champions. E se, come spesso ripete Thiago Motta, “ogni partita fa storia a sé”, quella dello Stade Mauroy di Lilla ha tutti i presupposti per vedere qualcosa di nuovo per la Juventus, quantomeno in Europa. A centrocampo infatti il tecnico italo-brasiliano sta valutando la possibilità di mostrare i muscoli, rinunciando almeno dal primo minuto alle geometrie di Fagioli e all’imprevedibilità di McKennie, carte che possono tornare molto utili anche a partita in corso. Salgono le quotazioni di Thuram e Koopmeiners insieme da titolari, così come salirebbe in questo caso l’altezza della mediana, con i 192 centimetri del francese figlio d’arte e il metro e 85 dell’olandese. Ai quali va aggiunto il dinamismo cerebrale dell’indispensabile Locatelli da playmaker davanti alla difesa.

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Motta ridisegna il centrocampo

Se le indiscrezioni della vigilia saranno confermate, sarà la prima volta per Koop e Thuram Jr insieme dall’inizio in Champions. La necessità è dovuta anche alle caratteristiche dell’avversario: Motta calibra sempre le scelte sulle capacità e sulle propensioni della squadra che si trova ad affrontare, pur senza snaturare l’assetto tattico consolidato. Specialmente in casa il Lilla tenderà a mettere la sfida sul piano dell’intensità e, con il ricordo del match con lo Stoccarda ancora ben impresso nelle menti di tutti i bianconeri, lasciare che siano gli avversari a dominare il gioco, prendendo il possesso del centrocampo, rischierebbe di essere letale. Thuram sta dimostrando di attraversare un buon momento di forma e con i suoi strappi può far male a ogni difesa: a Udine se ne sono accorti, quando l’ex Nizza ha di fatto propiziato la rete dell’1-0 juventino. E se il processo di acquisizione di conoscenze e consapevolezza di Thuram è quasi completato, quello di Koopmeiners sta entrando in una fase decisiva, dopo che l’olandese ha conquistato minuti e fiducia sabato in campionato.

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Koopmeiners, il retroscena sulla convalescenza

Il suo attaccamento alla Juve non si è visto soltanto in estate, quando ha desiderato e ottenuto a ogni costo il trasferimento a Torino dopo gli anni dell’esplosione e della consacrazione a Bergamo. La forza di volontà di Koop emerge anche dal retroscena della sua convalescenza per la costola fratturata a causa di uno scontro di gioco che gli ha fatto saltare la Nazionale, gli ha fatto perdere un tempo con il Cagliari e poi i match con Lazio, Stoccarda e Inter. Per circa una ventina di giorni l’olandese ha dovuto dormire sulla poltrona e non sul letto, a causa del dolore che toglieva il respiro, un aspetto che ha inciso pesantemente sulla qualità del riposo del giocatore. E questo tipo di infortunio ha pesato anche sugli allenamenti perché se da una parte Koop ha continuato a svolgere alcuni tipi di lavori in palestra, dall’altra su diversi aspetti, come la corsa, il centrocampista ha dovuto fermarsi a causa del male alla costola, rendendo così più lungo il pieno recupero. Ma Koopmeiners ha stretto i denti e ha ricominciato a carburare: con il Parma si è visto nel finale, entrando subito bene in partita con il giusto approccio; a Udine è ritornato titolare e gli è mancato solo il gol. Stasera a Lilla si ricandida per il ruolo da leader dal primo minuto e va in cerca del primo gol nella sua avventura bianconera: non un’ossessione, per l’olandese, ma di certo sarebbe il modo migliore per mettersi definitivamente alle spalle infortuni e dolori.

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La reazione si è vista a Udine: veemente, nella testa e nelle gambe della squadra. Stasera alla Juventus tocca il compito più difficile, in tutte le cose: confermarsi. E per farlo deve dimenticare la sua versione timida e impacciata vista allo Stadium contro lo Stoccarda, nell’ultima uscita di Champions. E se, come spesso ripete Thiago Motta, “ogni partita fa storia a sé”, quella dello Stade Mauroy di Lilla ha tutti i presupposti per vedere qualcosa di nuovo per la Juventus, quantomeno in Europa. A centrocampo infatti il tecnico italo-brasiliano sta valutando la possibilità di mostrare i muscoli, rinunciando almeno dal primo minuto alle geometrie di Fagioli e all’imprevedibilità di McKennie, carte che possono tornare molto utili anche a partita in corso. Salgono le quotazioni di Thuram e Koopmeiners insieme da titolari, così come salirebbe in questo caso l’altezza della mediana, con i 192 centimetri del francese figlio d’arte e il metro e 85 dell’olandese. Ai quali va aggiunto il dinamismo cerebrale dell’indispensabile Locatelli da playmaker davanti alla difesa.

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