Il grande ex bianconero Stefano Tacconi, nella giornata di ieri, è tornato a San Giovanni Rotondo per ricevere il premio “Difesa Salute’’ per «la sua testimonianza di vita, tra sport, malattia e riabilitazione», secondo le parole usate sul palco da Giuseppe Piacentino, presidente dell’omonima associazione. Quello affrontato da uno dei leggendari portieri della Juventus è stato, in effetti, un percorso tortuoso e complesso di guarigione, ben descritto nel suo libro, appena uscito nelle librerie, dal titolo “L’arte di parare’’. A testimonianza dell’affetto ricevuto dall’intera cittadina della Capitanata, anche il Comune di San Giovanni Rotondo ha pensato di conferire a Tacconi una targa “per l’esempio luminoso di resilienza che rappresenta per tutti, insieme al calore e all’affetto della famiglia’’. E sarebbe intenzione del Comune di San Giovanni Rotondo anche conferirgli la cittadinanza onoraria.
Tacconi e la malattia
Tacconi si è presentato sul palco accompagnato dalla moglie Laura: «Quello ricevuto a San Giovanni Rotondo – ha ricordato lei, non senza un pizzico di commozione – è stato un miracolo per mio marito e per tutti noi. Quando Stefano è stato colpito dalla malattia, nel 2022, ci siamo aggrappati a Padre Pio, alla fede, alla preghiera e alla professionalità dei medici di Casa Sollievo». Tacconi era entrato nel nosocomio su una sedia a rotelle ed è uscito camminando. E di miracolo ha parlato anche il presidente di Casa Sollievo, padre Franco Moscone: «Un miracolo dovuto a diversi fattori: la famiglia, i medici, Padre Pio, con Casa Sollievo della Sofferenza che ha svolto un ruolo determinante».