Il Derby della Mole è bianconero. Dopo il pareggio in Champions contro il Lille, la Juve è tornata alla vittoria conquistando tre punti importanti per la classifica prima della sosta. Thiago Motta ha vinto la sua prima stracittadina: a far sorridere i tifosi Juve ci hanno pensato Weah e Yildiz, che non poteva fare regalo migliore ad Alessandro Del Piero.
Perin ng
Primo tempo da spettatore a parte, si capisce, ci mette la partecipazione alla costruzione dal basso. E un paio di uscite facili in presa alta. Davvero poco per una valutazione “da portiere”.
Savona 6
Nella notte in cui celebra la prima convocazione con la Nazionale maggiore, è un po' ingessato nei movimenti e appannato nella rapidità di pensiero. Infatti un paio di alleggerimenti costringono Gatti a rimedi per lo meno affannosi.
Danilo (41' st) ng
Kalulu 7
Oltre al controllo di Sanabria, quando arriva dalla sua parte, è il più lesto ad accorciare e a piazzare le diagonali giuste sugli inserimenti avversari.
Gatti 7
Il suo è un calcio di prepotenza, di esuberanza e rudezza fisica. Tutta roba che gli attaccanti del Torino non gli sanno proporre. Così va a cercare un poco di divertimento nell'area avversaria a costo di scontrarsi con quel marcantonio di Milinkovic Savic. E dopo la caciara si abbracciano, soddisfatti: gente da saloon. Determina anche la prima ammonizione della gara in avvio ripresa.
Cambiaso 8
Taglia, cuce, strappa. Come un coltellino svizzero multiuso, apre la partita con un'azione solitaria che ricorda la fuga di Lilla, stavolta parte dalla linea di metà campo e di nuovo, in questo calcio plastificato di video e compiti prestabiliti rigorosamente, lo guardano correre libero come se fosse un matto, senza saper che fare. Ah, come gli piace questa parte di eretico in commedia. E gli viene pure bene. Al netto di qualche eccesso di confidenza con perniciose ombre di fenomeneggiamento, là sullo sfondo.
Thuram 7.5
Stappa la gara dopo 2 minuti con una fuga che ubriaca i granata e che sorprende pure i compagni d'attacco, non ancora pronti al brindisi. Poi continua a strappare palloni e a innescare abbozzi di ripartenza, confermando di acquisire sempre più fiducia e personalità.
Locatelli 7.5
Lavoro preziosissimo davanti alla difesa per smontare le manovre granata quando sono ancora in fase progettuale. Ai compiti di demolitore cerca di abbinare anche quelli di architetto con lanci e tagli di campo. Interessanti, per carità, ma il valore aggiunto è nello strepitoso lavoro di schermo e recupero palloni.
Weah 7
Il copione è subito leggibile: lui che deve chiudere per impattare i cross che arrivano dalla parte opposta, quella di sinistra, dove la Juventus entra come un coltello nel burro. Solo che ci mette un po' a recitare bene la parte, fino a quando non può esimersi dall'appoggiare in rete la respinta di Milinkovic sul tiro di Cambiaso. Nella ripresa fatica un poco a ripartire per tenere alta la squadra e così, dopo un gol giustamente annullatogli per tocco di mano, Motta lo piazza al centro dell'attacco.
Koopmeiners 7
Mostra ancora una volta perché Motta non lo toglierebbe mai. A sprazzi, per carità, perché è palese che la condizione fisica non sia ancora adeguata ma è altrettanto evidente come sappia proporre continue soluzioni ai compagni che si giovano della sua presenza. Legge bene i momenti in appoggio e in chiusura.
Yildiz 7.5
Un quarto d'ora posizionale, che sarà anche utile, ma con la palla tra i piedi è assai più emozionante e godibile: tunnel e accelerazione. Al quarto dora della ripresa manda ai matti Walukiewicz con un dribbling volante, costringendo Vanoli al cambio cautelare. Tutte meraviglie, però, che confeziona un po' troppo lontano dall'area di rigore avversaria. E, infatti, quando ci entra va a pescare il cross al bacio di Conceiçao con tutto di testa. Non è la specialità della casa, ma è il regalo giusto oper i 50 anni del mentore e idolo del Piero.
McKennie (41' st) ng
Vlahovic 6
L'imbarazzante ciccata in avvio, per di più con il sinistro prediletto, è fosco presagio a una serata di montagne russe umorali. Sbuffa, sgomita, galoppa e alla mezz'ora sciupa un altro clamoroso tap-in. Errori, al solito, pesantucci perché costringono la Juventus a restare in bilico soprattutto nella ripresa quando il Torino aumenta il ritmo e lui, fatalmente, in area ne vede poche. O nulla. E Motta gli risparmia un quarto d'ora di malmostosità assortite.
Conceiçao (28' st) 7
Una decina di minuti per far sobbalzare lo Stadium, perché il suo itro “a giro” da fuori area esce davvero di un niente. Poi il contropiede che innesca il raddopppio: una sentenza.
All. Motta 7
Dopo 10 minuti prova una “mottata”: manda Vlahovic in fascia e accentra Weah, segnale che il lavoro del serbo non lo convince appieno: scelta che diventa definitiva alla mezz'ora della ripresa. E allora, senza ovviamente gettare tutta la croce addosso a Vlahovic, si può leggere da questa chiave l'unica pecca della sua Juventus dominante: non avere chiuso la partita per mancanza di spietatezza nelle conclusioni, per non avere ancora il Killer Instinct tipico delle grandi squadre. Percorsi di crescita ma, intanto, il tecnico sta pian piano trovando una identità alla sua creatura, con Locatelli, Thuram e Koopmeinerts sempre più identitari.
Il Derby della Mole è bianconero. Dopo il pareggio in Champions contro il Lille, la Juve è tornata alla vittoria conquistando tre punti importanti per la classifica prima della sosta. Thiago Motta ha vinto la sua prima stracittadina: a far sorridere i tifosi Juve ci hanno pensato Weah e Yildiz, che non poteva fare regalo migliore ad Alessandro Del Piero.
Perin ng
Primo tempo da spettatore a parte, si capisce, ci mette la partecipazione alla costruzione dal basso. E un paio di uscite facili in presa alta. Davvero poco per una valutazione “da portiere”.