"Quest’estate lo dicevo a tutti che poteva essere la stagione di Timothy Weah. Non ho mai avuto dubbi sul fatto che potesse esplodere e imporsi anche in Italia. L’arrivo di Motta e il cambio di modulo dal 3-5-2 al 4-2-3-1 ero convinto potessero rappresentare la svolta. E così è stato. Finalmente tutti stanno vedendo il vero Weah". Sorride sornione e soddisfatto Sebastiano Salaroli, che da intermediario ha confezionato nell’estate 2023, insieme all’avvocato Badou Sambague, l’approdo a Torino dell’esterno offensivo americano. Il classe 2000 in questa stagione è diventato uno dei trascinatori della Vecchia Signora in Serie A come testimoniano i 4 gol segnati e i 2 assist sfornati in 8 presenze.
Da oggetto misterioso a idolo dei tifosi e match-winner nel Derby: cosa è cambiato per Weah da un anno all’altro?
"Quest’anno gioca nel suo ruolo, che è quello di attaccante esterno invece che da quinto con compiti difensivi come accadeva nella scorsa stagione. L’attitudine offensiva del gioco di Motta lo premia e lo sta mettendo nelle condi zioni ideali per rendere al meglio".
La Juve, però, l’aveva preso come erede di Cuadrado che faceva l’esterno a tutta fascia…
"Quel ruolo Tim l’ha fatto negli ultimi mesi al Lille per esigenze di squadra, ma l’interpretazione che gli chiedeva Fonseca era prettamente offensiva. In più la tattica è meno esasperata in Francia rispetto alla Serie A. Detto ciò, l’anno scorso è stato comunque utile e importante a Weah per adattarsi al calcio italiano".
Con l’arrivo di Motta c’è stato invece il salto di qualità.
"Le consegne tattiche del mister sono più facili da assimilare per uno con le sue caratteristiche. Hanno trovato un bel feeling. Tra l’altro in Nazionale Tim ha sempre fatto bene pure quando le cose con la Juve non giravano al massimo. Negli Usa giocava, però, sempre da esterno alto. Cioè nel suo ruolo. In quella posizione Weah ha gol e assist nei piedi e con Motta ha trovato l’habitat tecnico-tattico ideale per diventare letale per le difese avversarie".