Partite, tornei, eventi: aumentano gli appuntamenti per rendere più appetibile l’offerta televisiva (e più alti gli introiti, più sostenibili gli ingaggi). Ma a che prezzo per la salute degli atleti? Uno studio dell’Aic, Associazione Italiana Calciatori, riguardo le ultime due stagioni, pone l’attenzione proprio su questo tema e indagando la relazione tra l’aumentare delle partite e la crescita esponenziale degli infortuni. «Aumentare l’offerta di calcio in tv sembra essere l’unica risposta delle istituzioni internazionali del nostro sistema al calo dell’interesse dei tifosi verso il calcio e al decremento del valore dei diritti Tv - dichiara Umberto Calcagno, Presidente Aic -. Ciò significa aggiungere partite, trasferte, impegni ad atleti che sono già prossimi ad una soglia molto alta di rischio infortunio. Non è solo questione di tutela della salute della persona, anche di tutela della qualità dello spettacolo sportivo».
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Gli infortuni in Europa
La ricerca ‘Injury Time’, ha registrato che i calciatori di Premier sono stati infortunati per il 15% dei giorni disponibili, dato che scende di poco per la Serie A e la Liga, all’11%. Nel dettaglio, la stagione 23-24, che si è conclusa con Euro 2024, ha fatto segnare un numero di infortuni sensibilmente maggiore rispetto alla stagione 22-23. Nell’ultima stagione gli infortuni nei 5 top-club inglesi, spagnoli e italiani sono aumentati del 30%. Il Chelsea e lo United hanno registrato un + 57% nel rapporto tra le due stagioni; nella Liga il Real e l’Atletico Madrid hanno più che raddoppiato il numero di giorni di infortunio. In Serie A è la Roma a registrare un incremento maggiore di infortuni, +37%. Significativo il caso della Juventus che nel 22-23, ha partecipato alle coppe internazionali, mentre nella stagione 23-24 no: la diminuzione nel numero di partite disputate ha generato un calo del 25% nel numero totale dei giorni di infortunio. «Se un calciatore disputa più di 55 partite con il club, oltre alle partite con la Nazionale, statisticamente rischia di essere indisponibile per almeno 70 giorni in una stagione», spiega Calcagno. I nuovi format proposti e introdotti da Fifa e Uefa prevedono un incremento medio di 11 partite a stagione per club proiettando, in via cautelativa, il trend di crescita degli infortuni registrati tra le 40 e le 55 partite a stagione.
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Le nazionali
Piero Volpi, responsabile dell’area medica dell’Inter, è intervenuto a “La Politica nel pallone”, la trasmissione Rai condotta da Emilio Mancuso: «Bisogna lavorare sul tema Nazionali, perché soprattutto i giocatori che vanno lontano devono mettere in conto anche i viaggi. Il problema è che ci si allena poco perché si gioca troppo. Bisogno creare un tavolo, perché le Nazionali sono una cosa meravigliosa, l’espressione più alta per un atleta, però dobbiamo far sì che non perdiamo atleti durante la stagione».
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