Vlahovic, era tutto scritto: la verità sullo sfogo e il delicato rinnovo

Nessun vice dal mercato e un utilizzo intensivo da parte di Motta: lo stop era nell’aria

TORINO - Si sono manifestati, infine, i dolori del giovane Dusan. E nessuno può dirsi davvero sorpreso. A partire da Cristiano Giuntoli e Thiago Motta: rammaricati, semmai, ma certo non impreparati di fronte all’infortunio occorso lunedì sera a Vlahovic. Uno stop che, in qualche modo, era nell’aria. E loro per primi ne erano consapevoli. Il direttore tecnico, sul rettilineo finale del mercato estivo, aveva provato senza successo ad affiancargli un’alternativa, da Omorodion in giù, in contumacia della prolungata assenza di Milik. Il tecnico aveva iniziato a ridurne l’impiego: sempre in campo sì, ma per 60-70 minuti al massimo, nelle ultime partite, in contrapposizione ai 90 tondi cui l’aveva abituato in uscita dall’estate. E chissà che non sia un caso, allora, che lo stop sia arrivato a margine di uno sforzo, in Nazionale, giunto ormai in prossimità del triplice fischio, per la seconda volta in pochi giorni, per giunta.

Vlahovic, quali partite salterà

Tant’è, Vlahovic alla fine si è fermato. E sarebbe anche potuta andare peggio: la smorfia di dolore sul suo volto a margine di Serbia-Danimarca, diciottesima partita della sua stagione, tutte da titolare, lasciava presagire un fosco domani, invece gli esami strumentali svolti ieri al J Medical hanno escluso lesioni. Tradotto: niente sfida al Milan, sabato a San Siro, poi si vedrà. Perché, a quel punto, dipenderà anche e soprattutto dalle sensazioni del giocatore, le cui possibilità di far parte della trasferta di Birmingham in Champions League contro l’Aston Villa, settimana prossima, sono comunque ridotte.

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Vlahovic e il messaggio a Thiago Motta

Si è chiusa in maniera mesta, a testa bassa e zoppicante, la ritrovata finestra con la Nazionale per Vlahovic, che aveva invece saltato le parentesi di settembre e ottobre con la maglia della Serbia. Una finestra da cui l’attaccante è rientrato a Torino con una noia alla coscia sinistra e con il peso delle esternazioni a margine dell’impegno contro la Svizzera. "Giocare con un partner d’attacco è più semplice, poi in Nazionale ho meno compiti difensivi: per un giocatore della mia stazza signifi ca essere più freschi nella finalizzazione". Frasi che, al di là dell’opportunità di esprimere un simile parere tattico appena voltato l’angolo dal club, assumono un particolare valore per il contesto in cui sono state pronunciate: non in seguito a una sfavillante doppietta, ma dopo una prova tutto sommato anonima, quasi fossero frutto di un disegno ponderato e non di una scarica d’adrenalina. E, sullo sfondo, resta il delicato nodo contrattuale: l’accordo da 12 milioni netti all’anno valica gli attuali parametri bianconeri e la scadenza nel 2026 impone di arrivare alla prossima estate, distante ormai pochi mesi, con idee molto chiare...

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TORINO - Si sono manifestati, infine, i dolori del giovane Dusan. E nessuno può dirsi davvero sorpreso. A partire da Cristiano Giuntoli e Thiago Motta: rammaricati, semmai, ma certo non impreparati di fronte all’infortunio occorso lunedì sera a Vlahovic. Uno stop che, in qualche modo, era nell’aria. E loro per primi ne erano consapevoli. Il direttore tecnico, sul rettilineo finale del mercato estivo, aveva provato senza successo ad affiancargli un’alternativa, da Omorodion in giù, in contumacia della prolungata assenza di Milik. Il tecnico aveva iniziato a ridurne l’impiego: sempre in campo sì, ma per 60-70 minuti al massimo, nelle ultime partite, in contrapposizione ai 90 tondi cui l’aveva abituato in uscita dall’estate. E chissà che non sia un caso, allora, che lo stop sia arrivato a margine di uno sforzo, in Nazionale, giunto ormai in prossimità del triplice fischio, per la seconda volta in pochi giorni, per giunta.

Vlahovic, quali partite salterà

Tant’è, Vlahovic alla fine si è fermato. E sarebbe anche potuta andare peggio: la smorfia di dolore sul suo volto a margine di Serbia-Danimarca, diciottesima partita della sua stagione, tutte da titolare, lasciava presagire un fosco domani, invece gli esami strumentali svolti ieri al J Medical hanno escluso lesioni. Tradotto: niente sfida al Milan, sabato a San Siro, poi si vedrà. Perché, a quel punto, dipenderà anche e soprattutto dalle sensazioni del giocatore, le cui possibilità di far parte della trasferta di Birmingham in Champions League contro l’Aston Villa, settimana prossima, sono comunque ridotte.

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