Koopmeiners, con la Juve ti sblocchi così: fattore Vlahovic per il Milan

Teun è già diventato un equilibratore fondamentale per il gioco di Motta. La rete in nazionale lo ha scaldato, contro i rossoneri la grande occasione

TORINO - E dunque la scimmia sulla spalla adesso è più leggera, almeno un poco. Perché il primo gol della stagione è arrivato, anche se con la maglia orange e non con quella bianconera ma tanto basta per confermare, ove mai qualcuno ne avvertisse davvero il bisogno, che Teun Koopmeiners non ha per nulla dimenticato come si fa. Poi sì: la pazienza non è certo la qualità migliore dei tifosi (di tutte le squadre) e così quelli bianconeri avrebbero desiderato ardentemente che l’ex atalantino si fosse già sbloccato e, magari, che la prima volta si fosse consumata con la Juventus e non con la Nazionale. Ma i percorsi non son sempre lineari, soprattutto se si ha l’onestà intellettuale di leggerne le dinamiche senza semplificazioni parassitarie, di convenienza o di semplificata scelta di campo. E anche Koop, nel suo, ha dovuto affrontare salite e curve strette che ne hanno complicato l’inserimento e lo scioglimento di rendimento.

Juve, l'avvio di Koopmeiners

Intanto, giusto un piccolo ripasso perché il calcio va veloce e la memoria fatica a stargli dietro, il centrocampista è arrivato a Torino solo il 28 agosto, davvero a poche ore dalla chiusura del calciomercato dopo una lunghissimo e teso braccio di ferro con l’Atalanta. Una vicenda che lo aveva condizionato sia psicologicamente sia fisicamente visto che i rappresentati del giocatore decisero di presentare certificati medici per non partecipare agli allenamenti e per forzare la mano nella trattativa. Inevitabile che il ragazzo non fosse al massimo della condizione, quando è sbarcato alla Continassa, tanto più che era pure reduce da un infortunio agli adduttori che lo aveva costretto a saltare gli Europei proprio dopo l’ultima amichevole contro l’Islanda.

A complicare le cose, poi, ci si è messo l’infortunio al costato: il primo colpo subito contro il Lipsia nella gloriosa notte di Champions (anche lì un gol sbagliato, mannaggia) e poi diventato infortunio serio per una botta contro il Cagliari il sei ottobre scorso con il conseguente stop contro Lazio e Inter in campionato e Stoccarda in Champions: non per caso le gare fin qui più complicate, risultato a parte, per la Juve.

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Koopmeiners, l'importanza per Motta

Perché Koop, che pure ha dovuto riprendere a giocare protetto da un busto e che non ha ancora la corsa fluida, è già comunque diventato un equilibratore fondamentale per il gioco che ha in mente Thiago Motta. L’olandese, infatti, è bravissimo a farsi trovare libero nella costruzione dell’azione e a cercare i varchi per provare le verticalizzazioni, così come ha già dimostrato di saper leggere bene gli inserimenti salvo poi, appunto, non avere ancora sfruttato con lucidità e freddezza le occasioni da gol. Curiosamente, alcune ottime opportunità (ricordate i due gol annullati per fuorigioco a Lilla) le avevano propiziate gli assist di Vlahovic, il convitato di pietra per la gara di San Siro contro il Milan.

Sarà doppiamente interessante, così, valutare se l’assenza del centravanti serbo inciderà, oltre che sulla scelta del suo sostituto, anche sulla posizione e sui movimenti di Koopmeiners che potrebbe giovarsi di maggiori spazi per gli inserimenti. E, quindi, anche per riprovare a segnare il primo gol con la Juventus. Le premesse ci sono tutte.

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TORINO - E dunque la scimmia sulla spalla adesso è più leggera, almeno un poco. Perché il primo gol della stagione è arrivato, anche se con la maglia orange e non con quella bianconera ma tanto basta per confermare, ove mai qualcuno ne avvertisse davvero il bisogno, che Teun Koopmeiners non ha per nulla dimenticato come si fa. Poi sì: la pazienza non è certo la qualità migliore dei tifosi (di tutte le squadre) e così quelli bianconeri avrebbero desiderato ardentemente che l’ex atalantino si fosse già sbloccato e, magari, che la prima volta si fosse consumata con la Juventus e non con la Nazionale. Ma i percorsi non son sempre lineari, soprattutto se si ha l’onestà intellettuale di leggerne le dinamiche senza semplificazioni parassitarie, di convenienza o di semplificata scelta di campo. E anche Koop, nel suo, ha dovuto affrontare salite e curve strette che ne hanno complicato l’inserimento e lo scioglimento di rendimento.

Juve, l'avvio di Koopmeiners

Intanto, giusto un piccolo ripasso perché il calcio va veloce e la memoria fatica a stargli dietro, il centrocampista è arrivato a Torino solo il 28 agosto, davvero a poche ore dalla chiusura del calciomercato dopo una lunghissimo e teso braccio di ferro con l’Atalanta. Una vicenda che lo aveva condizionato sia psicologicamente sia fisicamente visto che i rappresentati del giocatore decisero di presentare certificati medici per non partecipare agli allenamenti e per forzare la mano nella trattativa. Inevitabile che il ragazzo non fosse al massimo della condizione, quando è sbarcato alla Continassa, tanto più che era pure reduce da un infortunio agli adduttori che lo aveva costretto a saltare gli Europei proprio dopo l’ultima amichevole contro l’Islanda.

A complicare le cose, poi, ci si è messo l’infortunio al costato: il primo colpo subito contro il Lipsia nella gloriosa notte di Champions (anche lì un gol sbagliato, mannaggia) e poi diventato infortunio serio per una botta contro il Cagliari il sei ottobre scorso con il conseguente stop contro Lazio e Inter in campionato e Stoccarda in Champions: non per caso le gare fin qui più complicate, risultato a parte, per la Juve.

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