Barzagli, Allegri e la verità sulla finale di Cardiff: “Quasi una barzelletta”

L'ex difensore della Juve spiega cosa sia successo durante l'intervallo: "Anche se smentissi o dicessi qualcosa…"
Barzagli, Allegri e la verità sulla finale di Cardiff: “Quasi una barzelletta”© Image sport

"La Juve ha bisogno di fare un percorso per ritornare a vincere trofei". Andrea Barzagli ha commentato così la squadra attuale. "È il primo anno in cui Giuntoli è entrato in azione e Motta ha idee diverse da quelle di Allegri" sottolinea l'ex difensore bianconero a Fanpage. "Con l'infortunio di Bremer hanno perso tanto ma ci sono giocatori interessanti come Yildiz. Ancora non si è visto il vero Koopmeiners o Nico Gonzalez, ma già si è notato come Weah sia cambiato rispetto all'anno scorso". Dal presente al passato con qualche curiosità sulla nascita della celebre BBC, la differenza tra Conte e Max, l'intervallo di Cardiff o ancora quel cambio ruolo ai tempi della Pistoiese. Barzagli si è raccontato in una lunga intervista a FanPage.

Barzagli, la BBC e gli allenamenti di Conte

Barzagli ha iniziato parlato proprio del modo di allenare di Antonio: "Gli allenamenti con Conte sono molto duri, soprattutto come sforzo mentale. Una delle sue doti è quella di saper migliorare i calciatori. Oltre al carisma è un allenatore attento e meticoloso. Per me lui è uno dei più forti, a maggior ragione quando arriva in un club nuovo con giocatori che hanno voglia di migliorarsi e stargli dietro. In tre anni con lui abbiamo visto di tutto e di più. Dopo la prima amichevole contro una squadra del paese ci richiamò tutti dicendoci che così non funzionava".

E sulla BBC: "Era un momento in cui potevamo giocarci il campionato e tutti insieme abbiamo capito che ci sentivamo a nostro agio a giocare a tre con Gigi (Buffon ndr) che era già affermato. Da lì è scaturita questa nostra forza difensiva. È stato Conte a trovare questo equilibrio. All'inizio giocavamo a quattro poi ha capito che per far risaltare le caratteristiche di ognuno dovevamo cambiare e ha optato con il modulo a tre dietro. Ci capivamo velocemente anche se nessuno di noi era abituato a giocare in quel modo. A noi ci disse della marcatura preventiva, ha sempre avuto questa innovazione".

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Lo scudetto e le differenze tra Allegri e Conte

Sullo Scudetto Barzagli ha sottolineato: "Ci motivò dicendoci: ‘Se devono vincere che lo dimostrassero che sono più forti di noi, ma noi ora non molliamo niente'. Riusciva a far dare alla squadra quel qualcosa in più, era l'uomo perfetto in quel momento. Europei 2016? Non eravamo tra le più forti ma sicuramente volevamo fare qualcosa di grande". E sulle lacrime in tv: "Erano dovute la momento di responsabilità che avevamo come blocco Juve, abbiamo fatto il massimo ma è finita così. È stato un bellissimo europeo e ricordo che il giorno dopo nessuno voleva salutarsi, scoppiavamo a piangere tra di noi perché si era creata una bella armonia".

Sulla differenza tra Allegri e Conte: "Sulla gestione e sul modo di vedere il calcio. In comune hanno la mentalità della vittoria. Allegri è stato intelligente a portarsi dietro una squara di giocatori che per tre anni ha avuto Conte. Bravo a non stravolgere le fondamenta forti che si erano create. Rispetto ad Antonio ha dato più libertà". Sul corto muso: "Ne è nata quasi una storia. Allegri è cambiato negli anni, a Cagliari e col Milan era più spregiudicato. Secondo me ha trovato una squadra che invece aveva nella solidità la sua forza maggiore con qualità incredibili. È andato dietro a un gruppo e a un dna societario storico della Juve"

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L'addio al calcio, l'occasione con Sarri e l'aneddoto di Cardiff

Barzagli ha raccontato l'esperienza con Sarri dopo l'addio al calcio giocato: "Ho avuto due-tre cose, che poi nessuna è andata a buon fine. Non ci stavo con la testa e l'esperienza con Sarri è stata interessante ma mi ha fatto capire come è il mondo oltre al calciatore, era un momento della mia vita in cui dovevo staccare. L'ho fatto in maniera sbrigativa. Ho scelto di non andare avanti per queste mie indecisioni personali e altre cose su cui non vorrei tornare"

Sul cambio ruolo nel passato: "Ho fatto un campionato di D e Serie C2 da centrocampista, poi alla Pistoiese in Serie B non avevo ancora 20 anni e Pillon mi disse che ero meglio dietro. Allegri? Lui è stato mio compagno di squadra ed è convinto abbia detto lui di mettermi in difesa, ma non ne sono sicuro. Guai a dirlo a Max (ride ndr)". A chiudere l'aneddoto sulla finale di Cardiff: "Anche se smentissi o dicessi qualcosa… la verità è che non è successo niente, non poteva succedere, anche perché sono uscite talmente tante sciocchezze che era impossibile fossero vere. Si sono inventati di tutto a tal punto che è stata quasi una barzelletta. Abbiamo fatto un intervallo normale, ripassando la partita, siamo andati fuori giri".

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"La Juve ha bisogno di fare un percorso per ritornare a vincere trofei". Andrea Barzagli ha commentato così la squadra attuale. "È il primo anno in cui Giuntoli è entrato in azione e Motta ha idee diverse da quelle di Allegri" sottolinea l'ex difensore bianconero a Fanpage. "Con l'infortunio di Bremer hanno perso tanto ma ci sono giocatori interessanti come Yildiz. Ancora non si è visto il vero Koopmeiners o Nico Gonzalez, ma già si è notato come Weah sia cambiato rispetto all'anno scorso". Dal presente al passato con qualche curiosità sulla nascita della celebre BBC, la differenza tra Conte e Max, l'intervallo di Cardiff o ancora quel cambio ruolo ai tempi della Pistoiese. Barzagli si è raccontato in una lunga intervista a FanPage.

Barzagli, la BBC e gli allenamenti di Conte

Barzagli ha iniziato parlato proprio del modo di allenare di Antonio: "Gli allenamenti con Conte sono molto duri, soprattutto come sforzo mentale. Una delle sue doti è quella di saper migliorare i calciatori. Oltre al carisma è un allenatore attento e meticoloso. Per me lui è uno dei più forti, a maggior ragione quando arriva in un club nuovo con giocatori che hanno voglia di migliorarsi e stargli dietro. In tre anni con lui abbiamo visto di tutto e di più. Dopo la prima amichevole contro una squadra del paese ci richiamò tutti dicendoci che così non funzionava".

E sulla BBC: "Era un momento in cui potevamo giocarci il campionato e tutti insieme abbiamo capito che ci sentivamo a nostro agio a giocare a tre con Gigi (Buffon ndr) che era già affermato. Da lì è scaturita questa nostra forza difensiva. È stato Conte a trovare questo equilibrio. All'inizio giocavamo a quattro poi ha capito che per far risaltare le caratteristiche di ognuno dovevamo cambiare e ha optato con il modulo a tre dietro. Ci capivamo velocemente anche se nessuno di noi era abituato a giocare in quel modo. A noi ci disse della marcatura preventiva, ha sempre avuto questa innovazione".

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