La pietra tombale di Motta: cosa significano le parole su Vlahovic

Il serbo e il suo impiego in nazionale, il tecnico della Juve risponde allo sfogo. Le ultime sul rinnovo

Sì, certo: il Milan e la classifica. Ma quelli son argomenti perfino scontati: arrivano, cadenzati dal calendario, e la notizia è (o meglio sarà) quando un allenatore alla vigilia dichiarerà che “si va per perdere” e quindi spesso, non sempre, è poco più che fuffa. A ’sto giro, così, alla vigilia della gara di San Siro era molto più interessante, e cogente, misurare il polso della pressione del rapporto tra Thiago Motta e Dusan Vlahovic, dopo che il serbo si era reso protagonista di dichiarazioni urticanti circa il suo diverso impiego in Nazionale rispetto al club. Con il riferimento esplicito a un minor dispendio di energie, secondo lui controproducente perché dedicato alla difesa, nella Serbia di quanto invece gli tocca fare nella Juventus. Ebbene, la replica di Thiago Motta non lascia spazio a fraintendimenti e, ancora più importante, a ipotesi di trattamenti differenziati tra un giocatore e l’altro del gruppo bianconero: «Ho fiducia nei miei giocatori, sanno cosa dobbiamo fare. Penso che lo faranno, sia in fase difensiva che offensiva. Siamo tutti d’accordo: è un obbligo e non un’opzione».

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Il significato delle parole

Ed è fin troppo evidente come l’ultima frase sia una pietra tombale su qualsiasi mal di pancia individuale, non parliamo nemmeno di ipotesi di ammutinamento o, semplicemente, di comportamenti sussiegosi rispetto allo spirito di sacrificio altrui. Poi, attenzione: le parole di Motta hanno un significato ancor più pregnante in conseguenza del fatto che le dichiarazioni di Vlahovic non erano passate via come l’acqua sui vetri, tutt’altro: più di un filo di irritazione l’avevano succitata, anche in relazione delle dinamiche interne al gruppo che, va ricordato per evitare di recitare il ruolo di ipocriti o peggio di ingenui, sono condizionate anche dalla logica degli emolumenti. E il tecnico, da perfetto e consumato conoscitore di questi meccanismi, non ha certo lasciato passare la questione come se nulla fosse, con il rischio che qualche granello di “non detto” si infilasse nei delicati ingranaggi in fase di costruzione.

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Il chiarimento e il rinnovo

Così, pur con toni molto istituzionali, il tecnico bianconero ha esplicitato che il chiarimento con il centravanti serbo c’è stato, eccome: «Un confronto? Abbiamo parlato, siamo d’accordo e questa è la cosa importante. Corriamo tutti, attacchiamo tutti insieme e difendiamo tutti insieme. Si va nella stessa direzione. Ho fiducia in tutti i miei giocatori, compreso Dusan». Il resto della partita, quella relativa al rinnovo di contratto con spalmatura dell’ingaggio, si giocherà sul tavolo di cui è padrone Cristiano Giuntoli, ma al tecnico premeva sgombrare subito ogni possibilità di equivoco circa la solidità della sua idea di gioco, di gestione e, in definitiva, di leadership: non c’è spazio per equivoci o di ammutinamenti, anche solo accennati.

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La gestione dell'infortunio

Chiarita la questione, c’è l’aspretto di gestione dell’infortunio che, per fortuna, è meno grave di quello che si temeva quando Vlahovic ha alzato bandiera bianca al tramonto della gara contro la Danimarca. Gli esami non hanno evidenziato lesioni, ma è ovvio che il centravanti debba osservare un periodo di recupero. Sull’argomento, al solito, Motta è stato molto didascalico: «Non so ancora se può rientrare con l’Aston Villa, per domani non ci sarà. Speriamo rientri il più presto possibile». Presumibilmente, se non vi saranno complicazioni, il traguardo è fissato nella gara contro il Lecce di domenica 1 dicembre. Quando la Juventus avrà già dovuto affrontare due trasferte di spessore - quella a San Siro e quella di Campions a Birmingham contro l’Aston Villa. E sarà molto interessante verificare cosa si inventerà Thiago Motta per superare quella che, indubbiamente, è una emergenza.

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Sì, certo: il Milan e la classifica. Ma quelli son argomenti perfino scontati: arrivano, cadenzati dal calendario, e la notizia è (o meglio sarà) quando un allenatore alla vigilia dichiarerà che “si va per perdere” e quindi spesso, non sempre, è poco più che fuffa. A ’sto giro, così, alla vigilia della gara di San Siro era molto più interessante, e cogente, misurare il polso della pressione del rapporto tra Thiago Motta e Dusan Vlahovic, dopo che il serbo si era reso protagonista di dichiarazioni urticanti circa il suo diverso impiego in Nazionale rispetto al club. Con il riferimento esplicito a un minor dispendio di energie, secondo lui controproducente perché dedicato alla difesa, nella Serbia di quanto invece gli tocca fare nella Juventus. Ebbene, la replica di Thiago Motta non lascia spazio a fraintendimenti e, ancora più importante, a ipotesi di trattamenti differenziati tra un giocatore e l’altro del gruppo bianconero: «Ho fiducia nei miei giocatori, sanno cosa dobbiamo fare. Penso che lo faranno, sia in fase difensiva che offensiva. Siamo tutti d’accordo: è un obbligo e non un’opzione».

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