Dove soffre il Milan, Kooperativa Juve e controllo: Motta sfida Fonseca

Le carenze dei rossoneri e la possibile chiave per Thiago: tutto pronto per la sfida di San Siro

La sfida in programma a San Siro mette di fronte due formazioni che vivono un momento diverso. A quota ventiquattro punti infatti la Juventus fa parte di quel gruppetto di testa che vede attualmente 6 squadre raccolte nel giro di due lunghezze. Da parte sua invece il Milan si trova attardato dalle posizioni di vertice, con diciotto punti conquistati in undici giornate disputate (i rossoneri devono recuperare una partita). Fatta salva questa differenza, col Milan parliamo comunque di una squadra dal rendimento sì altalenante, ma in grado comunque di tornare a vincere il derby con l’Inter dopo tanto tempo e di andare a regolare il Real Madrid al Santiago Bernabéu. Tatticamente si affrontano due undici che giocano con principi simili, anche se non uguali. Il modello della Juventus è infatti misto posizionale/relazionale, con alcuni giocatori chiamati ad occupare determinate posizioni in possesso ed altri invece che godono di maggiore libertà nell’associarsi fra loro.

Milan, il gioco di Fonseca

Il gioco del Milan è invece posizionale in maniera più ortodossa. In questa prima fase della stagione Paulo Fonseca ci ha abituato ad utilizzare prevalentemente una struttura 4-2-4, con tre linee ben distinte e un’attenzione difensiva prevalente orientata sulla chiusura dei corridoi centrali del campo. Questo approccio ha però incontrato alcune difficoltà nella difesa delle zone esterne, con i rossoneri che venivano spesso presi in ampiezza da avversari attenti a cambiare velocemente il fronte d’attacco. Per ovviare a queste problematiche l’allenatore portoghese ha recentemente promosso Yunus Musah nella posizione di finto trequartista a destra. In questo modo Fonseca si è garantito un elemento difensivo in più in campo, con l’americano che (in non possesso) tende a scendere diventando un vero e proprio quinto di difesa. Tale soluzione consente ora al Milan di avere cinque uomini schierati nell’ultima linea, con la conseguenza di coprire tutti i corridoi verticali del campo e di poter così affrontare squadre posizionali (che attaccano solitamente con cinque giocatori) senza soffrire l’inferiorità numerica.

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Milan, dove si soffre

Al netto di questa trovata tattica il Milan resta carente quando si tratta difendere la zona di rifinitura, quella cioè compresa fra la difesa e il centrocampo. In questa zona infatti è possibile infilare dei giocatori e farli ricevere con tempo e spazio per potersi girare e puntare la difesa rossonera. Sarà quindi importante per la Juventus provare a trovare lì sia Teun Koopmeiners che Kenan Yildiz. L’olandese e il turco infatti possono rappresentare un serio pericolo per la retroguardia milanista se serviti alle spalle o ai lati di Youssouf Fofana e Tijjani Reijnders. Una situazione che, se trovata con continuità, potrebbe forzare Fonseca ad arretrare Christian Pulisic da mezzala, allontanandolo dalle zone pericolose.

Milan-Juve, l'attenzione di Motta

Detto questo, la gara di Milano sarà una battaglia per il controllo. Entrambe le squadre infatti puntano a gestire la palla per dettare il contesto tattico. In questo senso l’attenzione di Thiago Motta è maniacale, col tecnico italo-brasiliano che ha spesso sacrificato brillantezza a livello offensivo proprio per garantire alla sua squadra un controllo del match che le impedisse di soffrire eventuali ripartenze. Tanto poi, per girare la partita a proprio favore, la Juventus ha disposizione la qualità offensiva di molti dei suoi interpreti. Non a caso i bianconeri hanno finora segnato 18 gol (esclusi i rigori) da 15.82 non-penalty expected goals, secondo il modello Opta.

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La sfida in programma a San Siro mette di fronte due formazioni che vivono un momento diverso. A quota ventiquattro punti infatti la Juventus fa parte di quel gruppetto di testa che vede attualmente 6 squadre raccolte nel giro di due lunghezze. Da parte sua invece il Milan si trova attardato dalle posizioni di vertice, con diciotto punti conquistati in undici giornate disputate (i rossoneri devono recuperare una partita). Fatta salva questa differenza, col Milan parliamo comunque di una squadra dal rendimento sì altalenante, ma in grado comunque di tornare a vincere il derby con l’Inter dopo tanto tempo e di andare a regolare il Real Madrid al Santiago Bernabéu. Tatticamente si affrontano due undici che giocano con principi simili, anche se non uguali. Il modello della Juventus è infatti misto posizionale/relazionale, con alcuni giocatori chiamati ad occupare determinate posizioni in possesso ed altri invece che godono di maggiore libertà nell’associarsi fra loro.

Milan, il gioco di Fonseca

Il gioco del Milan è invece posizionale in maniera più ortodossa. In questa prima fase della stagione Paulo Fonseca ci ha abituato ad utilizzare prevalentemente una struttura 4-2-4, con tre linee ben distinte e un’attenzione difensiva prevalente orientata sulla chiusura dei corridoi centrali del campo. Questo approccio ha però incontrato alcune difficoltà nella difesa delle zone esterne, con i rossoneri che venivano spesso presi in ampiezza da avversari attenti a cambiare velocemente il fronte d’attacco. Per ovviare a queste problematiche l’allenatore portoghese ha recentemente promosso Yunus Musah nella posizione di finto trequartista a destra. In questo modo Fonseca si è garantito un elemento difensivo in più in campo, con l’americano che (in non possesso) tende a scendere diventando un vero e proprio quinto di difesa. Tale soluzione consente ora al Milan di avere cinque uomini schierati nell’ultima linea, con la conseguenza di coprire tutti i corridoi verticali del campo e di poter così affrontare squadre posizionali (che attaccano solitamente con cinque giocatori) senza soffrire l’inferiorità numerica.

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