Dopo le parole dure di Thiago Motta alla vigilia di Milan-Juve - «Corriamo, difendiamo e attacchiamo tutti insieme. Siamo tutti d’accordo: è un obbligo, non un’opzione», per Dusan Vlahovic nei minuti precedenti la sfida di San Siro sono arrivate dai microfoni di Dazn le carezze di Cristiano Giuntoli: «Le sue parole in Nazionale? («Mi trovo meglio con un altro attaccante, nella Serbia corro meno e questo mi aiuta», ndr) Preferisco non giudicarle e guardare i fatti. Sta facendo un’annata importante, si sta sacrificando come tutti per il collettivo, è un esempio per tutti, quindi siamo contenti di quello che fa. Quello che dice poi ha poca importanza». E l’ultima frase potrebbe anche essere letta come una tiratina d’orecchie dopo le carezze.
Juve, speranza Vlahovic per la Champions
Sono però le carezze dei fisioterapisti bianconeri alla sua coscia sinistra, ora, le più importanti per Vlahovic. E su questo sono d’accordo Motta, Giuntoli e il mondo juventino tutto. Restano due giorni di cure e di prove, al massimo due e mezzo con l’allenamento di martedì mattina, per capire se martedì l’attaccante potrà salire sull’aereo che porterà la Juve a Birmingham, dove mercoledì sera affronterà l’Aston Villa nella 5ª giornata di Champions League. E per capire, nel caso in cui possa partire da Caselle con i compagni, quale potrà essere il suo contributo al Villa Park. «Speriamo di recuperarlo presto», ha detto Motta ieri sera, il che vuol dire tutto e niente. La speranza, effettivamente, c’è. Sbocciata al J Medical martedì, quando gli esami hanno escluso lesioni ai flessori della gamba sinistra, dove Vlahovic la sera precedente, nei minuti finali di Serbia-Danimarca, aveva avvertito un dolore che lo aveva costretto a lasciare il campo. È tuttavia una speranza ancora molto incerta, perché pur senza lesioni il dolore avvertito da Vlahovic è stato evidente ed è stato anche un campanello d’allarme: titolare in tutte le 16 partite giocate dalla Juve prima della sosta, titolare e non sostituito fino all’infortunio nelle due disputate con la Serbia, il suo corpo ha mandato un segnale. Sottovalutarlo potrebbe provocare un infortunio più serio ed è l’ultima cosa di cui la Juventus ha bisogno. Così, solo se il dolore e ogni sensazione anomala saranno scomparsi Vlahovic partirà per Birmingham. La speranza c’è, ma oggi è almeno altrettanto grande la possibilità guardi i compagni dalla tv come ha fatto ieri (postando la foto dello schermo su Instagram).

Juve, da Weah a Koopmeiners: le soluzioni di Motta
Anche nella migliore delle ipotesi è comunque molto improbabile che il ventiquattrenne serbo possa giocare dall’inizio, dunque Motta dovrà di nuovo inventarsi un centravanti. Possibile che questa volti adotti la soluzione Weah che fino alla vigilia sembrava quella scelta per San Siro, dove invece lo statunitense è rimasto in panchina fino a 10 dal termine e sarà pertanto fresco in Inghilterra. Da non escludere però la conferma del doppio falso nove Koopmeiners-McKennie, con Weah semmai al posto di un Conceiçao apparso ieri un po’ appannato. Riflessioni che si protrarranno fino al rientro di Vlahovic e che nella seconda parte della stagione non dovrebbero ripetersi grazie al recupero di Milik: questo il piano di Giuntoli. «Nel mercato di gennaio dovremo intervenire in difesa, ma in attacco contiamo sul rientro di Milik», ha spiegato il dt bianconero.
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