Koopmeiners, la febbre è andata via. Ora c’è da battere un altro malessere

Il centrocampista olandese è tra i protagonisti più attesi della trasferta di Champions contro l’Aston Villa: la Juve crede in lui

INVIATO A BIRMINGHAM - All’appello del gol non ha ancora risposto presente. Il protagonista? Teun Koopmeiners. Ci è andato vicino più di una volta, ha anche colpito una traversa a Marassi contro il Genoa quando davanti aveva la porta aperta, ma la gioia della rete in bianconero ancora no. Non l’ha ancora provato il brivido intenso. In una intervista a Tuttosport qualche settimana fa aveva spiegato che per lui il gol non è così importante, per la serie “se arriva, bene. Altrimenti l’aspetto più importante è che vinca la squadra”. Del resto non sono stati spesi 56 milioni con l’Atalanta per avere da lui i gol bensì accelerazioni, leadership in una squadra dall’età media giovane rispetto alle big che puntano in alto (la seconda più verde in assoluto del campionato) ed equilibrio tattico. Già, perché tocca soprattutto a lui dettare i tempi, far capire quando è il momento di accelerare e rischiare la giocata oppure continuare nel possesso palla per aspettare il momento propizio. Nell’ultima partita, al Meazza contro il Milan, si è inventato nel ruolo spurio di mezzo centravanti condividendo il compito ibrido con McKennie, ma il risultato non è stato all’altezza delle aspettative. Anche perché durante la partita gli è salita la febbre sino a 38° e così si sono spiegati troppi errori di misura, non da lui.

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Febbre superata, attesa per Koop

Smaltita l’influenza, Koop ora può e deve prendere per mano questa Juve baby e condurla al Villa Park in un match che si preannuncia più difficile del previsto anche per la rosa ridotta all’osso. Con appena 14 giocatori di movimento a disposizione, Thiago Motta confida più che mai nell’esperienza di Koop che si troverà ad essere uno dei bianconeri più scafati sul campo di Birmingham, visto che Danilo partirà dalla panchina. E chissà che con questa responsabilità non riesca a sbloccarsi e segnare non solo il primo gol con la Juventus ma anche il primo vero gol in Champions. In carriera soltanto una rete nei preliminari quando giocava nell’Az Alkmaar. Rispetto alla partita di Milano potrà beneficiare di due fattori non trascurabili in più: una forma fisica che l’influenza aveva minato e il ruolo in cui può rendere al meglio, centrocampista sottopunta con Weah in avanti come riferimento al posto di Vlahovic che è out. Dunque occhi puntati sul tulipano biondo che dopo aver pagato dazio con la sfortuna (un mese fermo senza poter correre a causa di una costola rotta dopo un colpo preso con il Cagliari) non vede l’ora di riprendersi con gli interessi il credito con la buona sorte.

Cabal operato

Credito maturato anche da Juan Cabal, che però dovrà aspettare la prossima stagione per riscuoterlo: dopo la lesione al crociato anteriore del ginocchio sinistro subita in Nazionale, il colombiano è stato operato ieri a Lione dal dottor Sonnery-Cottet (lo stesso che ha operato Bremer). Intervento riuscito.

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INVIATO A BIRMINGHAM - All’appello del gol non ha ancora risposto presente. Il protagonista? Teun Koopmeiners. Ci è andato vicino più di una volta, ha anche colpito una traversa a Marassi contro il Genoa quando davanti aveva la porta aperta, ma la gioia della rete in bianconero ancora no. Non l’ha ancora provato il brivido intenso. In una intervista a Tuttosport qualche settimana fa aveva spiegato che per lui il gol non è così importante, per la serie “se arriva, bene. Altrimenti l’aspetto più importante è che vinca la squadra”. Del resto non sono stati spesi 56 milioni con l’Atalanta per avere da lui i gol bensì accelerazioni, leadership in una squadra dall’età media giovane rispetto alle big che puntano in alto (la seconda più verde in assoluto del campionato) ed equilibrio tattico. Già, perché tocca soprattutto a lui dettare i tempi, far capire quando è il momento di accelerare e rischiare la giocata oppure continuare nel possesso palla per aspettare il momento propizio. Nell’ultima partita, al Meazza contro il Milan, si è inventato nel ruolo spurio di mezzo centravanti condividendo il compito ibrido con McKennie, ma il risultato non è stato all’altezza delle aspettative. Anche perché durante la partita gli è salita la febbre sino a 38° e così si sono spiegati troppi errori di misura, non da lui.

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