Motta, adesso fuori i gol: tendenza preoccupante e la soluzione Juve

I dati dei bianconeri nell'ultimo periodo tra infortuni e problemi a livello di finalizzazione: cosa può fare ora Thiago

Juve d’acciaio, ha titolato Tuttosport dopo lo 0-0 in casa dell’Aston Villa. Giusto riconoscimento alla solidità della squadra bianconera, capace pur priva di otto giocatori di uscire senza subire gol da uno stadio in cui è caduto anche il Bayern Monaco. L’acciaio, però, rischia di non essere sufficiente se Thiago Motta non riuscirà ad affilarlo e a renderlo, oltre che solido, tagliente per gli avversari. Lo 0-0 al Villa Park e anche quello in casa del Milan sono risultati che di per sé non avrebbero nulla di preoccupante, visto il valore dei rivali. E a maggior ragione considerando le già citate condizioni dell’organico bianconero. Diventano preoccupanti, però, nel contesto della sterilità offensiva di cui la Juventus è vittima da un po’: sterilità che, se tecnico e giocatori non vi porranno rimedio, per quanto bilanciata dall’impermeabilità difensiva, rischia di compromettere gli obiettivi stagionali.

Giuntoli, servono i gol per la Juventus

La media gol in campionato

Ventuno gol in 13 giornate di campionato, la squadra bianconera in Serie A ne segna dunque 1,61 a partita. Meno delle 1,77 reti a partita realizzate in media dalle squadre piazzatesi al quarto posto negli ultimi sette campionati, ovvero da quando quel piazzamento è tornato a garantire la qualificazione alla Champions. Nel calcio però i risultati dipendono anche dai gol subiti e questo rende meno preoccupante il confronto appena fatto: con 0,54 reti a partita subite, la squadra bianconera ha una differenza reti a partita di +1,07, di gran lunga superiore a quella media delle quarte classificate negli ultimi sette campionati (+0,77). Questi dati sono però relativi all’intero campionato, compresi dunque i fuochi d’artificio di fine agosto, con il doppio 3-0 a Como e Verona. A essere preoccupante, in ottica bianconera, è la tendenza emersa in seguito. Dalla terza giornata, la media gol della Juve in campionato è scesa a 1,36 mentre quella dei gol subiti è salita a 0,63, per una differenza reti a partita di +0,73: più bassa di un soffio, eppure più bassa, della media necessaria a raggiungere il quarto posto negli ultimi sette campionati.

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I numeri in Champions League

Allargando lo sguardo all’Europa, la tendenza peggiora. Nelle ultime 10 partite giocate tra campionato e Champions, la Juve ha segnato 13 gol, 1,3 a partita. A rendere più preoccupante questa fotografia, il fatto che nelle stesse 10 partite le reti incassate sono state 9, quindi 0,9 a partita, per una differenza reti a partita di +0,4. Il dato relativo ai gol subiti rimane però abbastanza buono (soprattutto non considerando l’anomalo 4-4 con l’Inter, che però alza la media dei gol realizzati), rendendo dunque ancora più stringente la necessità di segnare di più. Necessità che, per quanto riguarda la Champions League, non c’è bisogno di calcoli per spiegare: classifica alla mano, con tre partite da giocare per inseguire la qualificazione diretta agli ottavi la squadra bianconera deve vincere. E le sarebbe utile farlo anche in ottica playoff. E per vincere dovrà segnare di più, in campionato come in Champions.

Quale soluzione per i gol?

Come riuscirci? Tirando di più. Risposta meno scontata di quel che appare a prima vista. Avrebbe anche potuto essere tirare meglio, o costruire tiri più semplici. Invece il problema della Juventus è che tira proprio poco, come evidenziano le tabelle che vedete sopra. Dodicesima in Serie A per conclusioni verso la porta avversaria (167, una in meno del Lecce avversario domenica) la squadra di Motta sale all’ottavo posto per xgol creati con 19,8, il che significa che quando tirano i bianconeri lo fanno in buone condizioni per segnare (gli xgol sono i gol previsti in base a numero e tipo dei tiri, a ognuno dei quali è assegnato un coefficiente di probabilità di segnare, basato su statistiche storiche legate a posizione, distanza, avversari, tipo di passaggio ecc.). E tirano abbastanza bene, visto che i gol, 21, sono superiori a quanto previsto, sia pure non di molto.

Ciò non toglie che la Juve potrebbe finalizzare meglio (essendo basati su statistiche, gli xgol esprimono un valore medio e i giocatori di una grande squadra dovrebbero essere per definizione superiori alla media) e creare occasioni migliori (la media di 0,12 xgol per tiro è la sesta della Serie A), ma il principale elemento da migliorare è proprio il numero delle conclusioni. A maggior ragione considerando il possesso palla del 61,2%, il più alto della Serie A (in Champions è invece del 53,7%, il 14°).

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Motta e il dicembre della Juve

Un possesso da rendere più pericoloso: Motta ora deve affilare l’acciaio che ha temprato rendendolo impenetrabile e deve riuscirci in fretta. Perché da sabato a Natale il calendario propone alla Juventus quattro avversarie da rispettare, ma inferiori ai bianconeri: Lecce, Bologna, Venezia e Monza. E al tempo stesso impone alle squadre che la precedono scontri diretti come Fiorentina-Lazio, Napoli-Lazio, Lazio-Inter, e impegni ostici come Roma-Atalanta e Atalanta-Milan. Occasione per recuperare sulle quattro seconde, lontane tre punti, e il Napoli capolista, distante quattro. Per riuscirci però serve vincere, e per vincere segnare. Recuperare alcuni degli infortunati (Vlahovic, Nico Gonzalez, Douglas Luiz) e la condizione di chi ancora non è al top (Koopmeiners e i tre appena citati, quando rientreranno) saranno il principale aiuto per l’allenatore, perché la qualità tecnica negli ultimi 30 metri è l’elemento più importante e alla Juve stanno mancando proprio i giocatori che dovevano innalzarla.

Nell’attesa, però, la squadra bianconera deve comunque segnare di più: magari provando a calciare più spesso da fuori (15ª in A con 51 conclusioni), magari provando a rischiare qualcosa in più nel passaggio, magari provando coinvolgere di più e in zone più centrali Yildiz. Ma in qualche modo Motta deve riuscire a tirare fuori qualche gol in più.

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Juve d’acciaio, ha titolato Tuttosport dopo lo 0-0 in casa dell’Aston Villa. Giusto riconoscimento alla solidità della squadra bianconera, capace pur priva di otto giocatori di uscire senza subire gol da uno stadio in cui è caduto anche il Bayern Monaco. L’acciaio, però, rischia di non essere sufficiente se Thiago Motta non riuscirà ad affilarlo e a renderlo, oltre che solido, tagliente per gli avversari. Lo 0-0 al Villa Park e anche quello in casa del Milan sono risultati che di per sé non avrebbero nulla di preoccupante, visto il valore dei rivali. E a maggior ragione considerando le già citate condizioni dell’organico bianconero. Diventano preoccupanti, però, nel contesto della sterilità offensiva di cui la Juventus è vittima da un po’: sterilità che, se tecnico e giocatori non vi porranno rimedio, per quanto bilanciata dall’impermeabilità difensiva, rischia di compromettere gli obiettivi stagionali.

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Ventuno gol in 13 giornate di campionato, la squadra bianconera in Serie A ne segna dunque 1,61 a partita. Meno delle 1,77 reti a partita realizzate in media dalle squadre piazzatesi al quarto posto negli ultimi sette campionati, ovvero da quando quel piazzamento è tornato a garantire la qualificazione alla Champions. Nel calcio però i risultati dipendono anche dai gol subiti e questo rende meno preoccupante il confronto appena fatto: con 0,54 reti a partita subite, la squadra bianconera ha una differenza reti a partita di +1,07, di gran lunga superiore a quella media delle quarte classificate negli ultimi sette campionati (+0,77). Questi dati sono però relativi all’intero campionato, compresi dunque i fuochi d’artificio di fine agosto, con il doppio 3-0 a Como e Verona. A essere preoccupante, in ottica bianconera, è la tendenza emersa in seguito. Dalla terza giornata, la media gol della Juve in campionato è scesa a 1,36 mentre quella dei gol subiti è salita a 0,63, per una differenza reti a partita di +0,73: più bassa di un soffio, eppure più bassa, della media necessaria a raggiungere il quarto posto negli ultimi sette campionati.

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