Juve al top d'Europa e leader ritrovato: la scelta di Motta per il Lecce

I numeri certificano la solidità del reparto difensivo di Thiago nonostante i pesanti infortuni di Bremer e Cabal

TORINO - Ventiquattro minuti, recupero compreso, per urlare a Thiago Motta sotto il cielo di Birmingham: ‘Mister, se tu vuoi, io ci sono sempre’. La firma è di Danilo, uno che dall’alto dei suoi 34 anni non contribuirà ad abbassare l’età media sempre più giovane della rosa, però qui scatta il paradosso: dell’esperienza internazionale di quelli come lui non si può fare a meno, soprattutto negli ambienti infernali di Champions. Danilo è componente di un reparto difensivo che in Europa ha finalmente concluso una partita senza subire gol. E quella che in campionato è una costante – la difesa più solida – lo è pure in Europa.

Juve, che numeri in difesa!

Si attendono ulteriori controprove, ma nel frattempo i numeri parlano da soli: con 7 reti incassate in A, la retroguardia juventina è la meno battuta in Europa al pari di quella del Bayern Monaco. E adesso ha pure imparato a non subire gol lontano dall’Italia. Non male per una squadra che prima di Birmingham le aveva sempre prese, dal Psv Eindhoven al Lipsia, dallo Stoccarda al Lilla. Morale: 11 partite sulle 18 stagionali concluse con Di Gregorio o Perin imbattuti. Insomma, se la conquista di scudetto e Champions per assurdo passasse unicamente dalla compattezza del reparto arretrato, la Juventus avrebbe già ottime credenziali per prendersi le due Coppe. E magari quei cinque 0-0 non avrebbero il retrogusto poco gradevole che dà il sapersi difendere benissimo, ma perdendo efficacia nella fase offensiva.

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La Juve alza il muro

Nell’attesa, Thiago Motta è decollato dalle West Midlands cosciente di potersi fidare ciecamente di Federico Gatti, di Pierre Kalulu, di Andrea Cambiaso, di un centrocampo abile a tener su il muro. Sì, anche di Nicolò Savona, classe 2003, che al Villa Park è sembrato particolarmente a suo agio nel presidiare la zona di competenza. E non è la prima volta. È successo, poi, che alla metà del secondo tempo della sfida di Champions il ragazzino si sia dovuto fermare per un fastidio all’adduttore destro, tale da rendere inevitabile la sostituzione. Ieri il difensore si è recato al JMedical per i controlli strumentali del caso, mentre all’esterno del mondo Juve già si accavallavano pensieri negativi, legati al timore che Savona potesse iscriversi al nono ‘posto’ nella classifica degli infortunati stagionali. Timori scongiurati dagli accertamenti medici che hanno escluso lesioni e "le sue condizioni verranno valutate nei prossimi giorni". Morale: il giocatore, che Thiago sta facendo sempre più fatica a escludere dai titolari, salterà almeno la trasferta di domenica sera a Lecce, tanto più che subito dopo il viaggio in Salento la Juventus godrà di una delle pochissime settimane di lavoro assoluto senza partite e sovraccaricare Savona non avrebbe senso.

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Motta, Danilo ritrovato

Se l’attacco sbuffa, insomma, la difesa regge eccome. I crociati rotti di Bremer e Cabal ricordano a tutti che la filastrocca di Thiago è sempre valida, ogni giorno che passa: "Tutti devono dare qualcosa in più". E in quel «tutti» è compreso Danilo. Attenzione: non era così scontato che il brasiliano, sottoutilizzato in questa prima parte di stagione, subentrasse a Savona nell’ultimo quarto di partita contro l’Aston Villa sfoggiando la sicurezza del bicampione d’Europa, piazzandosi sulla mattonella del terzino e facendo il proprio dovere come uno studente applicato e diligente. Tanto che, mentre i bianconeri prendevano sempre più campo, agli inglesi non riusciva nulla, a parte il caos finale del gol annullato a Rogers. Un Danilo totalmente rinfrancato, ordinato, di nuovo leader fra i talenti juventini.

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TORINO - Ventiquattro minuti, recupero compreso, per urlare a Thiago Motta sotto il cielo di Birmingham: ‘Mister, se tu vuoi, io ci sono sempre’. La firma è di Danilo, uno che dall’alto dei suoi 34 anni non contribuirà ad abbassare l’età media sempre più giovane della rosa, però qui scatta il paradosso: dell’esperienza internazionale di quelli come lui non si può fare a meno, soprattutto negli ambienti infernali di Champions. Danilo è componente di un reparto difensivo che in Europa ha finalmente concluso una partita senza subire gol. E quella che in campionato è una costante – la difesa più solida – lo è pure in Europa.

Juve, che numeri in difesa!

Si attendono ulteriori controprove, ma nel frattempo i numeri parlano da soli: con 7 reti incassate in A, la retroguardia juventina è la meno battuta in Europa al pari di quella del Bayern Monaco. E adesso ha pure imparato a non subire gol lontano dall’Italia. Non male per una squadra che prima di Birmingham le aveva sempre prese, dal Psv Eindhoven al Lipsia, dallo Stoccarda al Lilla. Morale: 11 partite sulle 18 stagionali concluse con Di Gregorio o Perin imbattuti. Insomma, se la conquista di scudetto e Champions per assurdo passasse unicamente dalla compattezza del reparto arretrato, la Juventus avrebbe già ottime credenziali per prendersi le due Coppe. E magari quei cinque 0-0 non avrebbero il retrogusto poco gradevole che dà il sapersi difendere benissimo, ma perdendo efficacia nella fase offensiva.

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