Vlahovic, periodo no: ultimo test decisivo ma Lecce si allontana. E sul rinnovo...

I tempi di recupero, dopo lo stop ai flessori dodici giorni fa durante la sosta con la Serbia, si allungano in un momento già complicato, tra polemiche e il prolungamento del contratto che tarda
Infortunio Vlahovic: smorfie di dolore, mano sulla coscia e quel gesto...

L’unica certezza è che quando l’arbitro Rapuano di Rimini darà il via a Lecce-Juventus Dusan Vlahovic non sarà al centro del campo. Se osserverà il calcio d’inizio dalla panchina o alla tv dal divano di casa, invece, è un dubbio che verrà sciolto solo alle 13 da Thiago Motta in conferenza stampa. La seconda ipotesi, però, è nettamente più probabile. Ancora ieri l’attaccante ha lavorato a parte per i postumi del fastidio muscolare accusato in Serbia-Danimarca del 18 novembre, quando lasciò il campo all’88’ toccandosi la parte posteriore della coscia sinistra e facendo cenno al fisioterapista che lo accompagnava di aver sentito tirare. Immagini che avevano suscitato il timore di una lesione ai flessori, fugato il giorno dopo dagli esami al J Medical: nessuna rottura delle fibre muscolari. Un affaticamento, dunque: diagnosi da sospiro di sollievo, ma pur sempre un problema da trattare con attenzione per evitare che si trasformi proprio nella temuta lesione. Determinanti, in questo caso, più del parere dello staff medico, le sensazioni del giocatore. Non ancora buone, tanto che una volta sfumate le speranze (non grandi) della Juve di averlo in panchina con l’Aston Villa, sono quasi evaporate anche quelle un po’ più consistenti di portarlo a Lecce.

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Le condizioni di Vlahovic

Sarà decisiva la seduta di stamattina, ma il fatto che ancora ieri Vlahovic abbia lavorato a parte come McKennie e Douglas Luiz, gli altri due su cui sussistevano speranze quasi sfumate di recupero, esclude come detto almeno il fatto che possa giocare dall’inizio. Se anche DV9 stamattina non accusasse alcun fastidio sarebbe un rischio troppo grosso. Motta potrebbe però portarlo in panchina e sfruttarne il fiuto del gol nel finale, in caso di bisogno. Quanto al centravanti titolare, sarà ancora Weah, a meno che il tecnico non decida di concedere un turno di riposo a Conceiçao o Yildiz, inserendo Mbangula che potrebbe anche giocare al centro con Tim su una fascia. Per il resto probabile che venga confermata la formazione di Birmingham, con un dubbio tra Di Gregorio e Perin tra i pali. Tornando a Vlahovic, cresce dunque la probabilità di dover attendere un altra settimana e la sfida col Bologna del 7 dicembre per vedere la sua risposta sul campo alle polemiche suscitate dalle dichiarazioni rilasciate dopo Svizzera-Serbia: «Mi trovo meglio con un’altra punta vicino e in Nazionale ho meno compiti difensivi, che mi tolgono lucidità al tiro». E magari anche per ascoltare un suo approfondimento sulla questione, dopo il chiarimento spiegato da Motta: «Siamo d’accordo: corriamo e difendiamo tutti. Non è un’opzione, è un obbligo». Intanto il tempo scorre e non solo quello del recupero di Vlahovic: scorre anche quello necessario a trovare un’intesa sul rinnovo del contratto in scadenza nel 2026. Una situazione da tempo avvolta dall’ottimistico alone di una comune volontà di rinnovare, che tuttavia sembra assottigliarsi anziché farsi concreto. Resta concreto, invece, lo scoglio della distanza tra i 12 milioni dell’ultimo ingaggio di Vlahovic e l’importante riduzione necessaria a rientrare nei nuovi parametri. Ora, però, alla Juve premono più il presente e il ritorno di Vlahovic in campo.

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L’unica certezza è che quando l’arbitro Rapuano di Rimini darà il via a Lecce-Juventus Dusan Vlahovic non sarà al centro del campo. Se osserverà il calcio d’inizio dalla panchina o alla tv dal divano di casa, invece, è un dubbio che verrà sciolto solo alle 13 da Thiago Motta in conferenza stampa. La seconda ipotesi, però, è nettamente più probabile. Ancora ieri l’attaccante ha lavorato a parte per i postumi del fastidio muscolare accusato in Serbia-Danimarca del 18 novembre, quando lasciò il campo all’88’ toccandosi la parte posteriore della coscia sinistra e facendo cenno al fisioterapista che lo accompagnava di aver sentito tirare. Immagini che avevano suscitato il timore di una lesione ai flessori, fugato il giorno dopo dagli esami al J Medical: nessuna rottura delle fibre muscolari. Un affaticamento, dunque: diagnosi da sospiro di sollievo, ma pur sempre un problema da trattare con attenzione per evitare che si trasformi proprio nella temuta lesione. Determinanti, in questo caso, più del parere dello staff medico, le sensazioni del giocatore. Non ancora buone, tanto che una volta sfumate le speranze (non grandi) della Juve di averlo in panchina con l’Aston Villa, sono quasi evaporate anche quelle un po’ più consistenti di portarlo a Lecce.

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