L'occasione di una vita. E l'opportunità di ripercorrere le orme di un padre che vale un idolo. Non capita a tutti, un'emozione così. E chissà cosa starà provando in queste ore Alfonso Montero, aggregato agli allenamenti della prima squadra bianconera per scelta diretta di Thiago Motta. Il difensore uruguaiano è stato a contatto con i “grandi” ieri e lo sarà nuovamente oggi, così com'era già capitato la settimana scorsa. Sono i giorni in cui alla Juve occorre qualcosa e qualcuno in più, specialmente in difesa. Con l'ultimo infortunio di Savona - nessuna lesione, ma salta la trasferta di Lecce -, alla squadra di Motta manca praticamente un terzo del reparto arretrato, motivo per cui bisognerà in qualche modo correre ai ripari, a prescindere dal solido e solito discorso dell'allenatore sul «merito» e sul «rispetto» che si deve sia allo stemma della Juventus sia al cammino di questi giovani di talento forgiati nel vivaio.
Il percorso di Alfonso
A proposito di merito, però: chi bazzica tra Vinovo e la Continassa conferma le buone sensazioni sul figlio d'arte, partito dall'Under 20 per poi assaggiare già un po' di Next Gen. Insomma: è uno da percorso, e lo sta rispettando tutto. Lo sbocco naturalmente è quello dei sogni: poter indossare la maglia che è stata del papà per nove anni e che ha difeso con le unghie, con i denti, talvolta pure affidandosi a qualche guizzo al di fuori del regolamento. Ecco: Alfonso è un giocatore diverso, quantomeno nelle caratteristiche. Meno marcatore, ma con un ventaglio di opzioni che il padre non ha mai coltivato o mostrato di possedere. Se Paolo era un eccellente difensore da uno contro uno e da intervento risolutore, il classe 2007 ha vissuto una crescita diversa, basata su una dote palla al piede decisamente più dolce. C'è la garra, c'è l'attitudine ad andare a cercare l'incontro con l'attaccante avversario. Poi c'è la bravura nella prima impostazione, quella sana incoscienza di andare oltre il compitino e di far partire con personalità l'azione da dietro. Oro colato, considerato il calcio di Motta, che pure con Montero senior ha coltivato un rapporto importante durante il corso di Coverciano per diventare allenatore, affrontato nello stesso anno.