Archiviata l’ultima settimana “vuota” prima di Natale, la Juventus oggi alle 18 contro il Bologna si tuffa in un ciclo di cinque partite in 16 giorni, prima di poter respirare di nuovo dopo la trasferta a Monza del 22 dicembre e prima del confronto con la Fiorentina allo Stadium del 29. Concentrarsi su una partita alla volta è un mantra che Motta ripete in modo ossessivo affinché per i giocatori diventi il normale status mentale, ma lui da tecnico deve allargare un po’ lo spettro delle analisi e delle scelte. Perché giocando ogni tre giorni, per giunta con una rosa che anche con i recuperi di Vlahovic, Adzic e Savona resta pesantemente intaccata dagli infortuni, la gestione delle energie diventa fondamentale.
Yildiz e i nervi d'acciaio
Ne ha spese tantissime, ad esempio, Kenan Yildiz, unico bianconero assieme a Cambiaso a essere stato presente in tutte e 19 le partite giocate dalla Juve e secondo della rosa per minutaggio con 1386 minuti giocati contro i 1567 dell’azzurro. Minuti ai quali bisogna aggiungere i 294 sommati nelle cinque presenze stagionali con la maglia della Turchia. E se i suoi 19 anni possono essere un aiuto per sopportare lo sforzo dal punto di vista fisico, di certo non lo sono per gestire la pressione, aumentata dalla maglia numero 10 affidatagli quest’anno, e di conseguenza la fatica mentale. Per quanto il talento turco da questo punto di vista abbia mostrato di avere nervi d’acciaio.