I settanta giorni della Juve e quel cammino in Champions

Col City l’ultimo match europeo del 2024 prima delle sfide contro Bruges e Benfica a gennaio. Contro Pep serve l'impresa

Un esordio scoppiettante, una rimonta eroica, un tonfo inaspettato e un equilibrio nel segno della “pareggite”: si potrebbe riassumere così il percorso della Juventus in Champions nell’annata del ritorno in Europa. Il bottino di otto punti, che la colloca alla 19ª posizione, a +4 dall’uscita dalla competizione e a -2 dai posti utili per l’accesso diretto agli ottavi, è il frutto di due vittorie, due pareggi e una sconfitta. Stasera l’ultimo match del 2024, contro il Manchester City in crisi e forse con più infortunati dei bianconeri: serve un colpaccio, che resta nelle corde dei bianconeri a 70 giorni dall’ultima vittoria in Champions, per fare un decisivo passo in avanti, in attesa delle due ultime sfide, a gennaio, a Bruges e in casa contro il Benfica.

I rimpianti di Motta

Ovvio che la formazione di Thiago Motta abbia qualche rimpianto per un po’ di punti persi per strada che potrebbero essere utili per evitare gli spareggi, ma l’emergenza infortuni ha inciso pesantemente anche sulle prestazioni in Coppa (ricordiamoci che proprio nella trasferta a Lipsia la Juventus ha perso Bremer e Gonzalez, e da lì in poi non ha più vinto) limitando gioco, spinta e alternative. E dire che il debutto, il 17 settembre allo Stadium contro il Psv, è stato all’insegna del trionfo. Un netto 3-1, con il gol degli olandesi - che attualmente hanno gli stessi punti della Juventus e le stanno davanti in classifica - arrivato soltanto nei minuti di recupero, griffato da Yildiz, McKennie e Gonzalez. Una notte di risposte positive per Thiago Motta: finalmente gli ultimi arrivati hanno lasciato il segno con Gonzalez, Koopmeiners e Kalulu disputano la loro miglior partita in bianconero, Yildiz allontana i dubbi sul suo ruolo con in primo gol in Champions, una rete alla Del Piero, con il quale dialoga poi davanti alle telecamere. L’unica nota dolente è Vlahovic, che spreca troppo sottoporta.

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I match con Lipsia e Stoccarda

Dopo il debutto casalingo, ecco la prima trasferta a Lipsia, in Sassonia, dove la Juventus compie l’impresa sbancando la Red Bull Arena: in dieci dal 60’ (rosso a Di Gregorio), sotto di nuovo di un gol dal 65’ e senza più cambi per gli infortuni di Bremer e Gonzalez nel primo tempo, ribalta la partita con due prodezze mancine di Vlahovic e con la rete decisiva nei minuti finali di Conceiçao, aggrappandosi ai salvataggi miracolosi di Kalulu su Nusa e Openda. Ai padroni di casa non basta la doppietta di Sesko (gran sinistro e rigore). Una Juventus eroica, che ha giocato con il cuore e la testa, restando così a punteggio pieno. La beffa però è dietro l’angolo e si concretizza nella sfida casalinga contro lo Stoccarda: i tedeschi, dopo aver dominato per lunghi tratti, infliggono la prima sconfitta stagionale alla squadra di Thiago Motta, che chiude in dieci uomini (espulsione di Danilo). Dopo una serie di parate a ripetizione e il rigore (di Millot) respinto nel finale, il miracoloso Perin nulla può sul graffio nel recupero dell’ex atalantino El Bilal Touré.

I pareggi con Lilla e Aston Villa

Incassato il ko, la Juve affronta sempre in emergenza infortuni le successive due trasferte, a Lilla e a Birmingham contro l’Aston Villa. Ne escono fuori due pareggi: risultati uguali ma situazioni diverse. In Francia l’1-1 di Lille può essere considerato buono perché i francesi arrivavano da due vittorie di fila contro le squadre di Madrid e perché la Juventus si ritrova sotto di un gol grazie a una gran giocata di Zeghrova, il migliore in campo, che pesca un David freddo davanti a Di Gregorio. La Juventus crea, ma spreca, trovando il pareggio con il rigore trasformato da Vlahovic. In Inghilterra lo 0-0 contro l’Aston Villa invece conferma la solidità difensiva, ma mette a nudo anche le difficoltà in attacco.

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Un esordio scoppiettante, una rimonta eroica, un tonfo inaspettato e un equilibrio nel segno della “pareggite”: si potrebbe riassumere così il percorso della Juventus in Champions nell’annata del ritorno in Europa. Il bottino di otto punti, che la colloca alla 19ª posizione, a +4 dall’uscita dalla competizione e a -2 dai posti utili per l’accesso diretto agli ottavi, è il frutto di due vittorie, due pareggi e una sconfitta. Stasera l’ultimo match del 2024, contro il Manchester City in crisi e forse con più infortunati dei bianconeri: serve un colpaccio, che resta nelle corde dei bianconeri a 70 giorni dall’ultima vittoria in Champions, per fare un decisivo passo in avanti, in attesa delle due ultime sfide, a gennaio, a Bruges e in casa contro il Benfica.

I rimpianti di Motta

Ovvio che la formazione di Thiago Motta abbia qualche rimpianto per un po’ di punti persi per strada che potrebbero essere utili per evitare gli spareggi, ma l’emergenza infortuni ha inciso pesantemente anche sulle prestazioni in Coppa (ricordiamoci che proprio nella trasferta a Lipsia la Juventus ha perso Bremer e Gonzalez, e da lì in poi non ha più vinto) limitando gioco, spinta e alternative. E dire che il debutto, il 17 settembre allo Stadium contro il Psv, è stato all’insegna del trionfo. Un netto 3-1, con il gol degli olandesi - che attualmente hanno gli stessi punti della Juventus e le stanno davanti in classifica - arrivato soltanto nei minuti di recupero, griffato da Yildiz, McKennie e Gonzalez. Una notte di risposte positive per Thiago Motta: finalmente gli ultimi arrivati hanno lasciato il segno con Gonzalez, Koopmeiners e Kalulu disputano la loro miglior partita in bianconero, Yildiz allontana i dubbi sul suo ruolo con in primo gol in Champions, una rete alla Del Piero, con il quale dialoga poi davanti alle telecamere. L’unica nota dolente è Vlahovic, che spreca troppo sottoporta.

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