Questa è la Juventus. La Juventus che amano i suoi tifosi, una squadra che lotta con ferocia, con un’anima operaia e piedi educati, che corre nel modo giusto, che non perde la calma, che non si spaventa, ma anzi fa paura agli avversari quando ci sbattono contro e ne constatano la solidità. Questa è la Juventus che sta costruendo, fra mille difficoltà, Thiago Motta: operazione ancora lunga e che, certamente, non finisce qui e che, altrettanto certamente, aff onterà altri momenti difficili; ma è un’operazione che ha un progetto chiaro e una direzione che il gruppo segue quasi ostinatamente. La vittoria contro il City non cancella i problemi e non sradica i dubbi, ma conferma la sensazione che qualcosa di buono da coltivare c’è, che un’idea coerente soggiace al lavoro della nuova Juventus. Insomma, battere quelli che negli ultimi anni hanno dominato in Europa e in Inghilterra rinforza la convinzione che la Juventus merita pazienza nel giudizio.
Come la Juve ha battuto il City
E nessuno si azzardi a sminuire la vittoria della Juventus. Perché il City è senza dubbio nel mezzo di una crisi epocale, ma la qualità dei giocatori che Guardiola riesce a mettere in campo pur nell’emergenza è stupefacente: Gvardiol, Gundogan, De Bruyne, Haaland e Grealish, tutti insieme, non ce l’hanno tutti. E, numeri di Transfermarkt alla mano: la rosa del City vale 1 miliardo e 200 milioni, quella della Juventus sfiora i 600 milioni, la metà. Un disvalore che ieri la Juventus ha annullato con la determinazione agonistica che fa parte del codice genetico del club, con le idee di Thiago, con la strepitosa partita di Danilo, Locatelli e Gatti, tre che quello spirito lo incarnano alla perfezione: umili ma orgogliosi, lottatori ma con qualità. E se la prestazione di Locatelli non stupisce (è assodato il salto di qualità di questa stagione che ha restituito un mediano multiforme e sempre più indispensabile), è una bella sorpresa ritrovare lo spessore calcistico di Danilo, la cui capacità di vivere in ordinato silenzio le situazioni critiche e farsi trovare pronto in un momento delicato ci ricordano il perché, in queste stagioni difficili, spesso la Juventus si è aggrappata a lui e lui c’è sempre stato.