McKennie uno e trino, ora il rinnovo: il jolly da esubero a perno di Motta

La rivincita di Weston, dall'estate sul mercato ai complimenti di Thiago: lo statunitense alla fine ha sempre convinto tutti

Da esubero a imprescindibile, il passo è stato davvero breve per Weston McKennie, che è passato da elemento sul mercato e in odore di cessione durante l’estate a prezioso jolly multiuso per Thiago Motta. L’allenatore italo-brasiliano, anche domenica sera nel post partita di Monza, non ha nascosto la propria stima nei confronti del centrocampista americano, ormai in grado di giocare praticamente ovunque. Proprio la sfida dell’U-Power Stadium rappresenta in tal senso la sintesi della poliedricità del calciatore texano. Il maghetto, come l’hanno ribattezzato il classe 1998 per via della sua grande passione nei confronti della saga di Harry Potter, è stato impiegato in Brianza in ben tre posizioni differenti durante la gara. Uno e trino, verrebbe da dire.

Tre ruoli a Monza

Weston, infatti, ha iniziato la partita come terzino sinistro, ruolo in cui era solamente alla seconda apparizione in carriera dopo quella di martedì scorso in Coppa Italia contro il Cagliari. Anche da laterale di sinistra della difesa a quattro si è ben disimpegnato, trovando pure la via del gol sugli sviluppi di un corner battuto da Koopmeiners. La capacità di farsi trovare pronto negli ultimi 16 metri resta una delle specialità della casa. Gol (già 4 quelli segnati tra campionato e Champions League) e assist (2 in A e 2 in Europa) che possono garantire punti pesanti nell’arco di un’annata. Nella ripresa Motta l’ha poi riportato nel suo ruolo naturale di mezzala per dare dinamismo e intensità alla mediana bianconera. Missione compiuta prima di traslocare nel finale addirittura in attacco per ricoprire il ruolo di sottopunta alle spalle di Vlahovic. Tra le linee l’ex Schalke, infatti, può rendersi pericoloso grazie alle sue capacità di inserimento senza palla in fase offensiva.

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McKennie risponde sempre presente

Insomma, dove lo metti McKennie risponde sempre presente. Il classico usato sicuro che fa la gioia degli allenatori, che l’hanno a disposizione. Non a caso sia per Pirlo sia per Allegri il numero 16 bianconero era diventato un titolare fisso. La stessa cosa sta accadendo ora con Motta, definito “un professore” dal centrocampista statunitense. Un attestato di stima che certifica come il feeling tra i due sia cresciuto in maniera evidente negli ultimi mesi. Tanto che la decisione del club (avallata all’epoca da Thiago…) di metterlo sul mercato sembra un lontano ricordo.

McKennie e il rinnovo

Così come i numerosi no di McKennie, che in estate aveva declinato le avance di Aston Villa (il suo no stava rischiando di far saltare l’operazione Douglas Luiz, ndr), Fiorentina, Galatasaray, Inter Miami e di due club arabi. Nella sua testa c’era solo la Vecchia Signora, con la quale ad agosto è stato trovato l’accordo per un rinnovo-ponte fino al 2026. La base da cui ripartire, anche se adesso c’è voglia di prolungare in maniera più significativa. Wes a Torino sta benissimo e ha messo radici; mentre per la Juve resta uno degli elementi più utili e affidabili. Non a caso sono già partiti i contatti per rinnovare fino al 2028 con opzione per il 2029. Avanti insieme. Perché un McKennie così può far comodo ancora a lungo. Per la gioia anche di John Elkann che l’aveva riempito di complimenti dopo il successo sul Manchester City.

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Da esubero a imprescindibile, il passo è stato davvero breve per Weston McKennie, che è passato da elemento sul mercato e in odore di cessione durante l’estate a prezioso jolly multiuso per Thiago Motta. L’allenatore italo-brasiliano, anche domenica sera nel post partita di Monza, non ha nascosto la propria stima nei confronti del centrocampista americano, ormai in grado di giocare praticamente ovunque. Proprio la sfida dell’U-Power Stadium rappresenta in tal senso la sintesi della poliedricità del calciatore texano. Il maghetto, come l’hanno ribattezzato il classe 1998 per via della sua grande passione nei confronti della saga di Harry Potter, è stato impiegato in Brianza in ben tre posizioni differenti durante la gara. Uno e trino, verrebbe da dire.

Tre ruoli a Monza

Weston, infatti, ha iniziato la partita come terzino sinistro, ruolo in cui era solamente alla seconda apparizione in carriera dopo quella di martedì scorso in Coppa Italia contro il Cagliari. Anche da laterale di sinistra della difesa a quattro si è ben disimpegnato, trovando pure la via del gol sugli sviluppi di un corner battuto da Koopmeiners. La capacità di farsi trovare pronto negli ultimi 16 metri resta una delle specialità della casa. Gol (già 4 quelli segnati tra campionato e Champions League) e assist (2 in A e 2 in Europa) che possono garantire punti pesanti nell’arco di un’annata. Nella ripresa Motta l’ha poi riportato nel suo ruolo naturale di mezzala per dare dinamismo e intensità alla mediana bianconera. Missione compiuta prima di traslocare nel finale addirittura in attacco per ricoprire il ruolo di sottopunta alle spalle di Vlahovic. Tra le linee l’ex Schalke, infatti, può rendersi pericoloso grazie alle sue capacità di inserimento senza palla in fase offensiva.

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