Dall'Empoli alla Fiorentina, il grande difetto Juve: così è un delitto

La squadra di Thiago non riesce a trovare il colpo del ko ancora una volta. E la classifica non è all’altezza. Undici pari e troppi errori

TORINO - Mancano 10 punti. Non proprio dettagli, insomma. La Juventus che chiude il 2024 non può far altro che rimuginare, ripensando alle prime 18 gare in Serie A della gestione Thiago Motta. Perché i punti che mancano all’appello - soltanto considerando quelli sprecati per amnesie individuali con la partita in controllo - sono troppi. Da soli, al netto dell’Inter che deve recuperare la trasferta di Firenze, avrebbero garantito il momentaneo primato in classifica: ecco perché la rabbia, per un 32 che poteva essere 42, deve essere tanta. E deve alimentare la riscossa nel girone di ritorno.

Il primo rammarico Juve

Il conto del rammarico parte dalla gara di Empoli, precisamente dallo 0-0 del 14 settembre. Ad inizio ripresa Nico Gonzalez imbuca il pallone da centrocampo per Vlahovic: il serbo entra in area e conclude col sinistro, ma Vasquez strozza un’occasione da non sbagliare. E senza il salvataggio di Gatti su Gyasi la Juventus non avrebbe ottenuto neppure un punto. Altro capitolo della saga degli orrori? La gara interna contro il Cagliari del 6 ottobre. Minuto 86: i bianconeri sono in vantaggio e non chiudono il match, ma Douglas Luiz abbatte in area Piccoli. Dal dischetto Marin non sbaglia. Prima dell’1-1, la Juventus si era divorata il raddoppio con Vlahovic, che con la porta spalancata spara fuori. Da mangiarsi le mani.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Juve, le partite vanno chiuse

Come nel 2-2 col Parma, infarcito di obbrobri difensivi brutali: da lì si originano le reti di Delprato e Sohm. In merito ai colpevoli, poi, ci sarebbe l’imbarazzo della scelta. A Lecce, invece, la giacchetta va tirata a Cambiaso, l’uomo che prima fa e poi disfa. Il vantaggio ha la sua firma, ma l’1-1 di Rebic proviene da una sua palla persa. Al 93’ fa ancora più male. Così come la scivolata maldestra dell’Allianz Stadium contro la Fiorentina: la Juventus controlla un margine risicato sui viola, che puniscono Thiago Motta con Sottil. E nel computo dei giri sulle montagne russe bianconere non si tengono volutamente a referto i regali gentilmente concessi a Bologna e Venezia. Ma in quelle due partite, in alcune fasi sbagliate proprio concettualmente, se non altro la Juventus ha avuto il merito e la forza di rimontare. Di riacciuffare due gare ormai prossime a diventare delle sconfitte.

10 punti lasciati per strada sono un delitto: fanno parte di un nuovo percorso, sì, ma rimangono troppi. Anche perché le altre viaggiano e le vittorie sono poche: sono le stesse dell’Udinese, per intenderci. Il pareggio contro la Fiorentina è quello che fa più male di tutti, perché la Juventus si è incartata nonostante una prestazione più che buona, con tante occasioni create dalle parti di De Gea. Le partite, però, vanno azzannate. Chiuse, blindate, sigillate. E i bianconeri non hanno ancora la forza di stritolare gli avversari feriti: proprio il difetto che non può appartenere ad una grande squadra.

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TORINO - Mancano 10 punti. Non proprio dettagli, insomma. La Juventus che chiude il 2024 non può far altro che rimuginare, ripensando alle prime 18 gare in Serie A della gestione Thiago Motta. Perché i punti che mancano all’appello - soltanto considerando quelli sprecati per amnesie individuali con la partita in controllo - sono troppi. Da soli, al netto dell’Inter che deve recuperare la trasferta di Firenze, avrebbero garantito il momentaneo primato in classifica: ecco perché la rabbia, per un 32 che poteva essere 42, deve essere tanta. E deve alimentare la riscossa nel girone di ritorno.

Il primo rammarico Juve

Il conto del rammarico parte dalla gara di Empoli, precisamente dallo 0-0 del 14 settembre. Ad inizio ripresa Nico Gonzalez imbuca il pallone da centrocampo per Vlahovic: il serbo entra in area e conclude col sinistro, ma Vasquez strozza un’occasione da non sbagliare. E senza il salvataggio di Gatti su Gyasi la Juventus non avrebbe ottenuto neppure un punto. Altro capitolo della saga degli orrori? La gara interna contro il Cagliari del 6 ottobre. Minuto 86: i bianconeri sono in vantaggio e non chiudono il match, ma Douglas Luiz abbatte in area Piccoli. Dal dischetto Marin non sbaglia. Prima dell’1-1, la Juventus si era divorata il raddoppio con Vlahovic, che con la porta spalancata spara fuori. Da mangiarsi le mani.

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