Zirkzee e Kolo Muani: la Juve lavora perché solo Milik non può bastare a Motta

L’olandese continua a deludere con il Manchester United e Amorim lo vuole sostituire con lo svedese Gyokeres. Aumenta la concorrenza per il francese: i dettagli

TORINO - Un po’ per attitudini caratteriali, molto per contingenze fisiche. Sia come sia, è innegabile che in questa fase della sua carriera Arkadiusz Milik non possa certo lanciarsi in campo contro i difensori avversari come facevano i suoi compatrioti a cavallo contro i panzer tedeschi all’alba della seconda Guerra Mondiale. Un racconto, da sempre in bilico tra mito e realtà (romanzata), utile a tramandare l’ardimentoso spirito polacco. Ecco, Milik però vale soprattutto l’altra massima, questa di conio manzoniano: “avanti, ma con giudizio”. Perché la fase di recupero procede ancora con grande cautela e, considerati anche i tempi della cosiddetta “riatletizzazione”, gli toccherà saltare la Supercoppa per provare a tonare nei ranghi dopo l’Epifania. Solo da lì in avanti, dunque, Motta potrà testarne utilità tattica ed efficienza fisica poiché non lo ha mai avuto a disposizione, considerando che l’infortunio risale a giugno, con la Nazionale, e che il successivo intervento al menisco (evidentemente con annessi e connessi) lo ha appunto messo fuori causa fino a ora.

Zirkzee-Gyokeres, l'intreccio

E, insomma, è davvero difficile credere che le affermazioni di Cristiano Giuntoli, quando sostiene che sarà il polacco l’unico rinforzo in attacco, non siano da intendersi come legittima tattica di mercato. Perché poi, invece, la pista che porta verso Joshua Zirkzee è più che mai aperta e, si spera, percorribile con accelerate dopo il 6 gennaio. I segnali sono per ora incoraggianti perché l’olandese continua a non convincere nel Manchester United nonostante il nuovo tecnico Ruben Amorim, gli abbia concesso chance: fallite, come ieri sera quando lo ha sostituto dopo soli 34’ con lo United sotto di 2-0 in casa con il Newcastle. Il tecnico portighese ha indicato Viktor Gyökeres, svedese dello Sporting Lisbona, come l’ideale rinforzo per l’attacco. Pista non semplice, visto che è blindato da una clausola rescissoria altissima (si vocifera di 100 milioni di euro) e per arrivarci non sarebbe male liberare posti in lista e nel monte ingaggi. Difficile, invece, riuscire a rientrare subito dell’investimento di 50 milioni per Zirkzee, non almeno dalla Juventus che, infatti, lavora a un prestito oneroso con diritto di riscatto vincolato a determinate condizioni (la qualificazione alla prossima Champions, per esempio, è imprescindibile).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L'opzione Kolo Muani

A meno che il dt bianconero non riesca a monetizzare la cessione di Nicolò Fagioli il cui ritorno economico, però, potrebbe essere dirottato sul difensore, in particolare per ammorbidire la resistenza del Feyenoord su Hancko. Del resto è inevitabile che in questa fase, in vista di un mercato così particolare come quello di gennaio, si gettino molte esche per riuscire poi a tenere qualche pesce nella rete. A questa logica risponde anche l’attenzione verso Kolo Muani, il franco congolese che ha ormai “rotto” definitivamente con Luis Enrique al Psg. Sull’attaccante, uno dei talenti più attesi e mai definitivamente sbocciati del calcio francese, c’è concorrenza molto forte che va dal Milan, in Italia, ai club della Premier League con l’Arsenal in prima fila. Conta convincerlo, perché il club parigino, un po’ come il cielo dell’indimenticabile Remarque, non ha preferenze. Lo lascerà libero di decidere, a condizione però che il club di destinazione si accolli l’ingaggio del giocatore da qui a fine stagione: 4 milioni netti. Eh sì, perché il Psg è già rimasto scottato dall’investimento monstre per il suo acquisto - 90 milioni Eintracht Francoforte nell’estate scorsa - e non ha alcuna intenzione di contribuire alle spese.

E Raspadori...

La Juve fa opera di convincimento sul francese, ben sapendo che gennaio è appunto un mercato infido: basta che un attaccante segni un gol pesante - come è riuscito a Raspadori contro il Venezia - perché gli scenari si modifichino. L’attaccante del Napoli, però, resta sugli appunti di Giuntoli e fino all’ultimo va tenuto d’occhio. Sopratutto fino a quando non si sarà mosso il solito Fagioli: ormai un passepartout di mercato più che un grimaldello tattico.

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TORINO - Un po’ per attitudini caratteriali, molto per contingenze fisiche. Sia come sia, è innegabile che in questa fase della sua carriera Arkadiusz Milik non possa certo lanciarsi in campo contro i difensori avversari come facevano i suoi compatrioti a cavallo contro i panzer tedeschi all’alba della seconda Guerra Mondiale. Un racconto, da sempre in bilico tra mito e realtà (romanzata), utile a tramandare l’ardimentoso spirito polacco. Ecco, Milik però vale soprattutto l’altra massima, questa di conio manzoniano: “avanti, ma con giudizio”. Perché la fase di recupero procede ancora con grande cautela e, considerati anche i tempi della cosiddetta “riatletizzazione”, gli toccherà saltare la Supercoppa per provare a tonare nei ranghi dopo l’Epifania. Solo da lì in avanti, dunque, Motta potrà testarne utilità tattica ed efficienza fisica poiché non lo ha mai avuto a disposizione, considerando che l’infortunio risale a giugno, con la Nazionale, e che il successivo intervento al menisco (evidentemente con annessi e connessi) lo ha appunto messo fuori causa fino a ora.

Zirkzee-Gyokeres, l'intreccio

E, insomma, è davvero difficile credere che le affermazioni di Cristiano Giuntoli, quando sostiene che sarà il polacco l’unico rinforzo in attacco, non siano da intendersi come legittima tattica di mercato. Perché poi, invece, la pista che porta verso Joshua Zirkzee è più che mai aperta e, si spera, percorribile con accelerate dopo il 6 gennaio. I segnali sono per ora incoraggianti perché l’olandese continua a non convincere nel Manchester United nonostante il nuovo tecnico Ruben Amorim, gli abbia concesso chance: fallite, come ieri sera quando lo ha sostituto dopo soli 34’ con lo United sotto di 2-0 in casa con il Newcastle. Il tecnico portighese ha indicato Viktor Gyökeres, svedese dello Sporting Lisbona, come l’ideale rinforzo per l’attacco. Pista non semplice, visto che è blindato da una clausola rescissoria altissima (si vocifera di 100 milioni di euro) e per arrivarci non sarebbe male liberare posti in lista e nel monte ingaggi. Difficile, invece, riuscire a rientrare subito dell’investimento di 50 milioni per Zirkzee, non almeno dalla Juventus che, infatti, lavora a un prestito oneroso con diritto di riscatto vincolato a determinate condizioni (la qualificazione alla prossima Champions, per esempio, è imprescindibile).

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