È finita. È finita la storia tra Danilo e la Juventus, esito ormai annunciato di un progressivo scollamento tra il nuovo corso di Thiago Motta e il brasiliano, cominciato fi n dal ritorno del difensore dalla Coppa America e che ha visto Danilo passare da capitano a ultima scelta del reparto arretrato: scavalcato dal giovane Savona prima e da un McKennie adattato a terzino sinistro poi, come domenica contro la Fiorentina. Quando il brasiliano non è neppure entrato in quella che resterà l’ultima partita in cui ha indossato la maglia bianconera. Salvo emergenze a seguito dell’allenamento di questa mattina, infatti, oggi Danilo non comparirà nella lista dei convocati per la Supercoppa, pronti a imbarcarsi su un charter che li porterà a Riad, dove venerdì 3 gennaio la Juve affronterà il Milan in semifinale. Il brasiliano semmai potrebbe imbarcarsi su un volo per una minivacanza, visto che almeno fi no al 4 gennaio sarebbe a Torino da solo. La Juve giocherà così senza Danilo la prima partita dell’anno nuovo, come aveva giocato la prima della stagione, il 26 luglio a Norimberga.
La valutazione tecnico-tattica
Una trasferta che il difensore aveva saltato perché appena rientrato dalla Coppa America, a corto di energie. Tanto da ritrovarsi in panchina nelle amichevoli contro Brest e Atletico Madrid e poi nelle prime sei partite uffi ciali. Assieme alla sua forma e al numero degli infortunati, Bremer e Cabal in primis, è poi cresciuto lo spazio per Danilo, fi no alle quattro partite consecutive da titolare di inizio dicembre: Lecce, Bologna, Manchester City e Venezia. Un poker frutto delle circostanze più che della convinzione di Motta, mai maturata: tanto che già a metà ottobre il giocatore aveva affrontato la questione futuro con la società, dicendosi pronto a eliminare la clausola di rinnovo automantico del contratto al 50 per cento delle presenze, per non condizionare le scelte e non essere un peso. A non convincere il tecnico, al di là di qualche errore specifico commesso dal brasiliano, le sue difficoltà nel coprire gli spazi alle proprie spalle, inevitabili giocando con un baricentro alto. Così si è arrivati alla decisione forte di questi giorni. Forte e, al di là delle valutazioni tecnico- tattiche, con due controindicazioni: riduce ulteriormente il numero dei difensori e il tasso di esperienza del gruppo.