RIAD (ARABIA SAUDITA) - Se questa Juventus non rende come potrebbe e dovrebbe, una delle ragioni - se non la principale comunque una delle più importanti - è che Teun Koopmeiners non si è ancora visto. Nel senso che quel giocatore potente, ficcante e decisivo, capace di volare e far volare l’Atalanta, con la maglia bianconera non si è ancora materializzato. Ora occorre essere quanto mai lucidi e obiettivi per giudicare un investimento che gira intorno ai 55 milioni, tenuto conto della variabile bonus. Il contributo insufficiente dell’olandese dipende da due fattori: un primo, sul quale le responsabilità dirette sono relative, un secondo, in cui invece le scelte di Motta hanno un peso decisivo in negativo.
Juve, perché Koopmeiners non è più quello dell'Atalanta
Alla prima voce va ascritto il fatto che l’avvio dell’avventura del centrocampista sotto la Mole è iniziata in netto ritardo rispetto al lavoro svolto dal tecnico, che era alle prese con la rivoluzione copernicana e quindi anche tattica di un gruppo nuovo non solo negli interpreti. La trattativa con l’Atalanta si è risolta solo negli ultimi giorni di mercato e il ragazzo ha svolto gran parte della preparazione da solo, in casa, per il duro braccio di ferro con tanto di certificati medici per non allenarsi più a Zingonia. Non solo. Dopo poche apparizioni condizionate da una forma non ottimale, ecco la frattura a una costola che lo tiene fuori per un mese, durante il quale può solo fare palestra poichè il respiro profondo gli fa troppo male. Normale dunque che il suo ritorno in campo non coincida subito con prestazioni memorabili. Ma veniamo alla seconda voce, quella dell’equivoco tattico che bisogna affrontare di petto. Koopmeiners nella posizione che Motta gli ha assegnato non rende come potrebbe. Nell’Atalanta aveva la possibilità di affondare la progressione, palla al piede, per poi andare al tiro, trovando con frequenza apprezzabile non solo la porta ma pure il gol. Nella Juventus invece no. Messo in questo ruolo ibrido di sottopunta, infatti, non riesce a offrire il meglio di sè, poiché non è nello stretto che ha i suoi colpi d’eccellenza. E va poi detto che cercare l’uno-due veloce con Vlahovic non è esattamente il massimo della vita, visto che il serbo non ha nella pulizia del tocco la qualità migliore. Nell’unico match in cui è stato utilizzato in mediana, in Coppa Italia contro il Cagliari, l’olandese ha invece dimostrato di poter incidere e svariare con maggior facilità, proponendosi con i tempi giusti. Dunque l’arretramento di Teun è la prima mossa che il tecnico deve fare per provare a dare un senso compiuto all’investimento estivo.