
TORINO - Douglas Luiz ricomincia da tre… dici. Rallentato dai contrattempi fisici e da un inserimento più macchinoso del previsto, il centrocampista brasiliano – accolto in pompa magna soltanto pochi mesi fa, tra annunci social e bagno di folla al J Medical – ha finora indossato la maglietta della Juventus per appena 354’ complessivi. Un bottino poco lauto che, frazionato nelle 26 partite disputate tra tutte le competizioni dai bianconeri, racconta di una media di soli 13’ in campo a gara. Appunto. Certo non un granché come biglietto da visita. Ma l’ex Aston Villa, che in estate aveva lasciato Birmingham accendendo la rabbia e la frustrazione nei sostenitori “claret and blue” per la sua cessione, è al centro dei buoni propositi di Thiago Motta per il 2025. Il tecnico ha riscontrato evidenti difficoltà nell’inserirlo a pieni giri nel motore della squadra, ma non per questo ha intenzione di archiviare un investimento societario da oltre 50 milioni di euro. Anzi.
Douglas Luiz atto secondo
La valorizzazione del 26enne di Rio de Janeiro è una delle priorità delle prossime settimane, fin dal sempre sentito Derby della Mole in programma sabato prossimo. Per non disperdere il valore economico del cartellino del ragazzo, ma soprattutto per sfruttarne le qualità tecniche nel disegno di una parabola di squadra che dovrà necessariamente rivelare una tendenza ascendente. La portata del potenziale di Douglas Luiz è nei dieci gol e dieci assist con cui ha contribuito all’ultima, storica, stagione dell’Aston Villa, tornato a calpestare l’erba della Champions League a 41 anni di distanza dalla precedente occasione. E nella considerazione di cui continua a godere oggi Oltremanica, come ricordano i sussurri di mercato che lo vorrebbero nei pensieri di un certo Guardiola per compensare la prolungata assenza di Rodri nel centrocampo del Manchester City. Nulla di troppo concreto, al momento. Anche perché il ragazzo cresciuto in una favela è nella testa e nei progetti, soprattutto, del suo attuale allenatore.
Thiago Motta in questi mesi ha sempre cercato di preservarlo, a livello mediatico. Di incoraggiarlo, a margine degli allenamenti. E di affrettarne il rientro in campo, quando ai box, proprio per “tenerlo” dentro al gruppo e renderlo grande protagonista della stagione. La prima metà non ha detto bene, la seconda è ancora tutta da scrivere.